sabato 8 marzo 2014

Nostalgie di ricordi immaginati

Mi è capitato più di una volta che qualche verso venisse scritto, quasi improvvisato, per poi essere dimenticato su qualche foglio e restare lì a sedimentare nella mia memoria. In questo caso, tuttavia, per giorni e giorni e giorni ho provato a trovare un proseguimento adeguato al primo verso e mezzo.
Ne ho provate tante, ma nessuna delle soluzioni mi convinceva; non che l'idea di scrivere endecasillabi assolutamente regolari aiuti, sia ben chiaro, ma era proprio una mancanza di quel qualcosa che mi avrebbe permesso di andare avanti.

Solo ieri l'altro sono riuscito, dopo tanti tentativi, a trovare un emistichio che si incastrasse sia col metro che con il senso e col tono generale della poesia. E ieri notte, in un momento non certo bello, sono riuscito a completare la poesia con qualcosa che davvero "sentivo".
Ha senso provare nostalgia per qualcosa che non è mai stato reale? La nostalgia è il male del ritorno, il male che affligge il viaggiatore lontano da casa, il male provato dallo sballottato Odisseo nel corso del suo nostos decennale con cui quasi si apre la letteratura europea. Ma ha senso provare questo male del ritorno per un luogo non reale, un luogo della mente che è esistito solo in brevi immagini sfocate di futuri immaginati?
Che sia lecito o no, che sia sensato o meno, tale è il sentimento che provo per tanti, forse troppi sogni irrealizzati.
Ho cercato di metterlo in versi; e ho cercato con qualche piccolo artificio (la mancata regolarità nel verso finale, o la quasi improponibile sinalefe a tre vocali di quello precedente, ma anche alcune citazioni con variazione) di sottolineare con la forma quel che scrivevo con le parole. Scrivo soprattutto per me stesso, ma questo non vuol dire che non cerchi di farlo bene. Che ci riesca davvero è tutt'un altro discorso...


Sopisco i sogni, e non più mi consumo
In attese e speranze. Attimi andati,
A cosa giova il rimorso, il rimpianto
Per gli istanti sognati e mai veduti?
Tutto svanisce, ogni memoria lieta
Solo un inganno. E allora perché piango,
Nostalgico, le vite mai vissute?

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