mercoledì 26 ottobre 2011

Gli ultimi haiku d'ottobre

Dato che domani partirò per qualche giorno, questo sarà con ogni probabilità l'ultimo aggiornamento del blog fatto in ottobre.

Si compone di una manciata di haiku, tutti scritti di recente.



Stamani il cielo
Grigio, timide luci al-
L'alba in autunno.

Mi morde l'aria
Stessa, sposa novella
D'esile gelo.

Dorme la stirpe
Melissa, nell'attesa
Di nuovi soli.

Alto sul colle, il
Mare, cupole, e case,
Gioia degli occhi.

Verde nel grigio
Le foglie sul cemento,
Presto caduche.

Specchio del cielo
Le lacrime dei nembi,
Timidi amanti.

Qualche germoglio,
Verde, nasce sul suolo
Ancora secco

domenica 23 ottobre 2011

Due piccoli sfoghi in versi

Due piccole poesie che rappresentano due piccoli sfoghi personali. La prima, scritta con ritmo giambico, mi sembra abbastanza eloquente, persone del genere esistono e purtroppo tutti quanti ci abbiamo avuto a che fare, prima o poi.
La seconda, invece, è solo una satirizzante nobilitazione di quel che si prova ad alzarsi prima dell'alba con la sveglia e a salutare il sole mentre si è già avviati in direzione di una lunga e stancante giornata.



All'ombra d'un cespuglio di lentischio,
Irato contro santi e dei fasulli,
Attendo. Intanto penso a questo mondo,
Mondaccio boia dove trovi molti
Balordi che si atteggian quali amici,
E poi colpiscon lesti proprio quando
Vorresti solo avere un po' d'aiuto.



Quando mi sono svegliato nel cielo
Brillavano ancora
Solo le stelle, era notte: il mattino,
Con l'alba, tardava a
Giungere, tutto era nero. Alla fine il
Mattino è venuto,
Lento dapprima, poi caldo e sicuro,
Sincero, crudele.

mercoledì 19 ottobre 2011

L'ennesima poesia lunare

Ho scritto questa poesia qualche settimana fa, sebbene la stia pubblicando solo ora. Potete considerarla un po' una delle tappe del mio processo di "riflessione poetica sulla luna", probabilmente più scialba delle successive, ma che in qualche modo può rivelarvi qualcosa su quel che ho cercato di immortalare in seguito riguardo ai miei pensieri e alle mie sensazioni.




Eccoci ancora una volta da soli, il
Poeta dal nulla, e
Tu, l'enigmatica notte ricolma
Di sogni, da sempre
L'unica amante dei timidi in cuore.
Tu sola conosci
Ogni segreto, i sussurri nascosti
Che celo a chiunque,
Sempre temendo, qualora mi aprissi
Di nuovo a qualcuno, un
Nuovo soffrire. Tu sola mi vedi
Qual sono davvero,
Senza la maschera, forte e sicura,
Che indosso, difesa
Misera, forse, ma a me necessaria
Per vivere avendo in
Sorte dolori minori. Conosci
Il volto che celo,
Vedi ogni singola lacrima, gonfia
Di sogni delusi,
Scorrere mesta dall'occhio, anche quando
Nessuno la scorge;
Tutto conosci di me, dai rimpianti
Cocenti, inespressi,
Fino a quei sogni che celo perfino a
Me stesso. Ti prego:
Donami ancora una volta i tuoi baci
D'ambrosia immortale,
Donami ancora un sorriso, tu notte
Radiosa nel buio.

venerdì 14 ottobre 2011

Ispirato dalla luna

Ho iniziato a scrivere questa poesia qualche giorno fa, ispirato dal plenilunio d'ottobre.

Mi è servito qualche giorno per completarla, e ancor più tempo per raffinarla, ma ora sono abbastanza soddisfatto del risultato ottenuto. Da un lato, è forse la poesia più colma di citazioni che abbia mai scritto, dall'altro esprime appieno quel che provo; ho cercato, nell'ultima parte, di far risaltare lo scarto fra sentimenti passati, provati verso "quella" dietro a cui ho perso tanto tempo, e i sentimenti attuali e inespressi nei confronti di una "lei", reale o irreale che sia (non ne son troppo sicuro neanche io, alla fin fine).



Timido, alzando lo sguardo, di nuovo
Stanotte osservavo
Piena la luna brillare nel cielo
Di luce riflessa,
Colma dei canti di saggi e gitani,
Poeti ed amanti.
Tu, che dispensi conforto ai delusi,
Speranza agli oppressi,
Ora mi doni soltanto una lieve
Tristezza profonda.
Conto le lune trascorse da quando,
Per l'ultima volta,
Questo bel volto radioso portava al
Mio cuore d'amante
Dolce il ricordo d'un viso, d'un nome
Che caro tenevo.
Tredici lune vissute da solo,
Da troppo consumo
Tutto me stesso in angoscia, cercando,
Sperando che forse
Venga a lambirmi con dita di rosa,
Con voce di miele,
Qualche fanciulla da fiaba, intessuta
Di sogni, irreale
Come quei versi che scrivo, pensoso,
Qualora mi prenda,
Flebile, un fiato soltanto d'amore.
Potrebbero forse,
Penso, quei fiati mutarsi in scirocco,
Portandomi verso
Isole colme di pace, le vele
Spiegate dal sogno.
Questo mi porti, amoroso, a sperare,
Mia candida luna,
Mentre risplendi, e ricordo di quando
T'ho vista, in passato,
Nascere e farti di falce sottile,
Da solo, da sempre.
Anche in passato, anche quando intessevo i
Tuoi raggi di versi
Scritti per quella che avevo nel cuore,
Crudele e lontana,
Ero da solo, consunto nel dolce
Sentire che quella
No, non provava, bruciato dal fuoco i-
Gnorato da quella.
Resta la cenere appena, vestito
Da asceta; per questo
Temo di dare di nuovo una voce al-
L'amore inespresso,
Temo che un altro rifiuto mi possa
Ferire, che ancora
Possa soffrire un amore provato
E mai corrisposto.
Dunque, mia luna dal volto divino,
Per quanto mi strugga
Anche soltanto a guardarti, a sentire
Cadenze soffuse
D'arte e d'amore risplendere assieme
A te sulla fredda
Terra, per quanto nell'animo brami
D'avere il coraggio,
D'esser capace d'esprimere quello
Che provo a vederti
Luna, a dipingere lei sul tuo volto,
Vi ammiro in silenzio:
Taccio, e consumo l'amore in un pianto
Nascosto, sofferto.

sabato 8 ottobre 2011

Gli haiku dell'autunno

Questi haiku sono gli ultimi che ho scritto. Hanno tutti più o meno come tema il cambiamento climatico in corso, il trasformarsi a volte lento e a tratti repentino dell'estate in autunno; uno di essi, tuttavia, è dedicato al compleanno di un'amica.



Nubi in tempesta al-
L'orizzonte, di sotto i
Miei monti verdi.

Cerchio di pietra,
Scherzi e risa nel parco;
Festa degli anni.

Terso di gelo il
Cielo azzurro, dal sole
Carezze lievi.

Esile tronco,
Foglie sottili, fiori
Di zafferano.

Un freddo abbraccio,
Mi rincuora al mattino
L'aria autunnale.

Piove purezza,
Come un velo che copre
La terra calda.

domenica 2 ottobre 2011

Il volgere delle stagioni

Il titolo di questo post si presta sia a introdurre la poesia che vi presento, sia a fornirmi una scusa parziale per la poca attività di questi tempi: settembre è un mese di cambiamento, nel quale la voglia di fare tende a esser poca, e nel mio caso specifico è stata completamente assorbita dal modellismo.

In ogni caso, in questi giorni ho prodotto anche qualche poesia, una delle quali è la seguente.



Ora lo sento: con passi stentati,
Incerti, insicuri,
Cambia ogni cosa. Per quanto mi ostini a
Cercare il sereno,
Sono le nubi che svettano in cielo,
L'estate è trascorsa.
Anche se a volte una nuova calura
Irrompe, improvvisa,
Lesto s'avanza l'autunno, foriero
D'inverni crudeli,
Giorni di vento gelato che strozza
Speranza ed amore.
Nuove fatiche m'attendono, i giorni
Diventano brevi,
Solchi tracciati nel segno d'un nuovo
Destino che ancora
Fosco mi appare, ed oscuro, nefasto.
Eppure non tremo:
Dopo l'inverno, spietato, letale,
M'attendi di nuovo
Tu, primavera, l'aralda di vita
che sboccia, speranza
Salda d'un nuovo mattino che reca i
Colori d'estate.