martedì 14 giugno 2016

Principe demone di Khorne/Khorne daemon prince (e riflessione)

Ci siamo: domani si parte, e da quel di New York non mi dedicherò certo al blog.
Ok, in realtà siccome sono quello che alcuni definirebbero un nerdaccio non mancherò di tornare con qualche miniatura e/o manuale statunitense, ma di certo non aggiornerò il blog.
Ad ogni modo, prima di partire ne approfitto per mettere le foto del principe demone di Khorne, già imbasettato e primerato.


Partiamo dalla basetta, arricchita dai resti dei suoi nemici: teschi e costole (ricavate dalle mie unghie).
Il che, fra l'altro, stimola una riflessione. 





Potete vedere gli zoccoli che hanno preso il posto dei piedi. 



Foto a effetto dal basso, da cui si intuisce anche quale sarà alla fine lo schema di colore (più armatura in metallo, ovviamente). 


Ta-dan! La testa del demone. Armonizzata in un unico colore si presenta molto bene, no?




Vista del lato B.


Eeee.. l'ascia!




E ora il principe demone, come tutte le miniature, se ne torna in scatola in attesa del mio ritorno.


E qui parte una riflessione: la Games Workshop, nelle sue più recenti miniature, conferma un andazzo che si sta diffondendo sempre più. Ovvero che le poppe all'aria e i contenuti con rimandi sessuali o anche solo erotici non vanno bene, mentre i riferimenti ai massacri ci possono stare tutti. Se nella serie TV di Gomorra i protagonisti spacciano e ammazzano va bene, ma se cantano con dei sex toys in mano sono dei debosciati perversi.
Poi ci stupiamo della violenza dilagante.
Mi sa che del femminismo originale, della libertà delle donne di essere donne, e del richiamo al fare l'amore piuttosto che la guerra, oggi come oggi, rimane ben poco. Speriamo che il vento cambi presto: quello che soffia ora puzza di stantio e di becero.

lunedì 13 giugno 2016

Tantum religio potuit suadere malorum

Oggi avrei dovuto pubblicare l'ultimo aggiornamento del blog prima di partire per una bella vacanza, la mia prima vacanza extraeuropea e transoceanica, dritto a New York City.
Poi è capitata la giornata di ieri. Non penso di dover annunciare niente sulla strage che c'è stata.
Minuscola ciliegina sulla torta di sangue, mentre portavo il cane a fare la sua passeggiata notturna ho visto il cadavere della gatta che era di una mia zia, morta alcuni anni fa; non più tardi di due ore prima era venuta da me, come faceva spesso, a mangiare qualcosa e a farsi coccolare, talvolta anche a farsi spazzolare. E, per quanto mi vergogni quasi ad ammetterlo, la morte di una gatta mi ha colpito sul personale più di 50 esseri umani sterminati da un coglione braccio armato degli stronzi.
Perché 50 persone sono una cifra, un numero; anche dei volti, ma dei volti che non conosci, dei volti che non hanno sorriso assieme a te. La morte ci colpisce più forte quanto più ci è vicina, e per questo motivo, in epoche di animali domestici visti come amici e non come risorse, ci indigniamo molto di più per la morte di un gatto che non per quella di decine di persone.
Questo a un livello emotivo. Ma, se recuperiamo quel livello razionale che ci dovrebbe essere proprio in quanto esseri umani, ci rendiamo conto dell'enormità di anche una sola vita umana spezzata, e dell'incommensurabile lutto di tante vite strappate. Sì, rispetto a tempi andati e più barbarici oggi l'uso della violenza è, almeno in certe aree del mondo, più limitato, ma l'abbandono della violenza, la riscoperta del nostro essere simili ai nostri simili, l'empatia che ci lega, tutti questi dovrebbero essere obiettivi da consolidare sempre più.
Purtroppo non è ancora così.
Il gesto di un pazzo, si dice così talvolta; altre volte il criminale diventa subito un terrorista. La differenza, di fatto, sta solo nell'auto-assoluzione di chi, avendo tuonato contro il diverso in nome di una qualche accozzaglia di leggende o raccolta di aforismi assurta a religione, sente il bisogno di pararsi il culo quando il suo odio diventa l'ideologia dietro l'azione di un pazzo, un pazzo la cui follia probabilmente sarebbe esplosa comunque ma, senza avere alle spalle così tanti guru e maestri e profeti e istigatori, di certo non sarebbe stata così sanguinaria.
Stranamente, nei libri sacri si trovano messaggi di fratellanza come di odio, eppure diventano capaci di dividere molto più che di unire gli uomini.
Secoli fa, un poeta latino scrisse così: tantum religio potuit suadere malorum, a tanti mali poté condurre la religione.



PS: forse qualche scaltro latinista locale, di questa dimensione “locale” dove distinguiamo nazismo e fascismo per pararci le chiappe e la coscienza, potrebbe obiettare che nel passo di Lucrezio “religio” è la superstizione e non la religione. Ma, guardando il mondo reale, non vedo come si possa onestamente sostenere che le due pratiche siano distinte fra loro.  

domenica 5 giugno 2016

Unusual Oaths, opzioni di gioco per i paladini di D&D 5^ edizione

Nuovi contenuti in arrivo sulla gilda, ovvero un nuovo lavoretto del sottoscritto per D&D 5^ edizione in download sulla Dungeon Master's Guild.
Stavolta mi concentro sulla classe del paladino, una classe che nella nuova edizione ha acquisito molto colore (smettendo di essere colui che vede il mondo in bianco e nero) ma ancora relativamente poche regole per rendere conto di questi diversi modi di essere paladino.


Da questo il mio lavoricchio. Che vi lascio a QUESTO LINK.


sabato 4 giugno 2016

Le gemelle diverse: modellismo di massa

Ogni modellista, nel corso della sua carriera, arriva a sviluppare due inquietanti abissi, forieri di sensi di colpa per il denaro speso, rispondenti al nome di "non assemblato" e "non dipinto". E io, quando guardo l'infame mole del mio "non dipinto", vengo a volte preso dallo sconforto e dal rimpianto del moLto... tempo ipotecato per il futuro.

Perciò mi sono deciso a tentare quello che già molti, ben più capaci di me, fanno: pittura "di massa", almeno per i colori base, anche per pezzi diversi. Uno avrà i pantaloni e un altro il mantello blu, ma il blu lo fai tutto assieme. In teoria funziona, in pratica non funziono tantissimo io nel farlo.

Ma, ad ogni modo, mi sono dato da fare e, almeno per quel che riguarda la pelle, queste miniature "di massa" sono quasi a punto. Come mai gemelle diverse? Vedrete.

Ah, non badate al colore lucido: dal vivo non è così, ma ho dovuto sparaflashare per evidenziare bene i colori della pelle. :/

Partiamo da una bella foto di gruppo dei vari pezzi, tutti (salvo due Reaper e una Raging Heroes) targati Games Workshop. Come vedete i colori sono ancora in via di decisione, quantomeno per quel che non riguarda la pelle.


I primi tre pezzi, nell'ordine Reaper in metallo, in resina Reaper Bones e in metallo della Raging Heroes.




Per quel che riguarda le pose, inutile dirlo, le tre miniature non sono all'altezza di quel che si produce oggi. Temo poi che questa scala particolare non giovi tanto alla resina Bones, migliore per pezzi più grandi o più piccoli.

Secondo gruppo, tre eldar oscure della Games Workshop riadattate come elfe generiche. Due di queste sono le vere e proprie "gemelle diverse": trattasi di due esemplari di lamia, nati da un acquisto raddoppiato causa resina fallata. Più sono cresciute le mie capacità pittoriche, e meno ho rimpianto l'abbandono della resina Finecast.


La differenziazione, di base, è nata da esigenze materiali: sia l'arma che il fodero della miniatura a destra erano completamente corrosi dai buchi; ho optato così per una doppia sostituzione. Poi, fattomi prendere la mano, ho aggiunto un mantello con pelliccia. Spero apprezziate la lieve differenza di sfumature di pelle fra i due modelli.



Devo ancora decidere il colore dei capelli della seconda e degli abiti della prima miniatura.


Questa, invece, è la mia terza Lelith, la prima che avevo - malerrimamente - dipinto come araldo di Slaanesh. Mentre stavo lavorando sulla medusa di cui al post precedente mi è venuta l'illuminazione, e ho sostituito il braccio di Lelith con quello artigliato originale della medusa. Dire che ci si sposa benissimo, modestia a parte, è dire poco. Se solo sapessi dipingere come so modificare...





E, per finire, le elfe oscure del kit da cui ho ricavato la medusa. L'idea è dipingerle in maniere più o meno diversa, in modo da associarle a diversi dei del Caos di Warhammer, ma lasciando qualche elemento comune che possa renderle compatibili come parte di una stessa unità di cultisti.



Le prime due verranno probabilmente associate a Khorne e a Slaanesh, e avranno entrambe i capelli di colori "strani": rosso (devo decidere quanto acceso) e... uhm... BOH, forse blu?




Le altre due, ovviamente, verranno associate rispettivamente a Khorne, con un bel gonnellino rosso, e a Tzeentch.