Ogni game master che abbia giocato di ruolo sufficientemente a lungo, ne sono sicuro, ha nel profondo del cuore i suoi "mostri preferiti"; talvolta si tratta di un singolo mostro (come il Beholder di D&D, chiamato in altri giochi "occhio tiranno" per evitare problemi di copyright, così famigerato da comparire nell'undicesima puntata della seconda stagione di Futurama), talvolta di un'intera categoria.
Qual è la mia categoria di mostri preferita? Dopo lunga riflessione, direi che si tratta dei non morti. Come mai? Per diversi motivi, direi.
In primo luogo, i non morti non sono necessariamente mostri legati al genere fantasy medievaleggiante, il che mi permette di dare una risposta che non mi faccia passare per semplice giocatore D&Daro per il quale non esiste altro.
In secondo luogo, sono mostri legati a doppio filo al genere horror, e come ho già avuto modo di scrivere horror e dark fantasy sono i miei generi preferiti nell'ambito dei giochi di ruolo.
In terzo luogo, la qual cosa comprende anche quanto scritto sopra, i morti viventi sono creature "universali", con una forte carica simbolica. Il terrore e la speranza che il morto non rimanga morto sono al centro di numerose pratiche, fin dalla notte dei tempi; basti ricordare le tombe preistoriche in cui i cadaveri venivano saldamente legati in modo da impedirne la deambulazione, o - sul versante opposto - come le religioni più diffuse al mondo promettano una vita dopo la morte.
Ma una cosa è una resurrezione in condizione di beatitudine, una cosa diversa è un cadavere che si rianima continuando a essere cadavere: è l'essenza del terrore, poiché si tratta del comune, del "proprio", dell'uomo stesso che ritorna contro le leggi della natura sotto forma di qualcosa completamente diverso. Non è un caso se in molte tradizioni si attribuiscono due caratteristiche fondamentali ai morti viventi: il predare gli esseri umani, e la capacità di mutare le proprie vittime in creature simili ad essi. Che il non morto abbia bisogno, onde sostenere la propria esistenza di predare la vita da chi ancora la possiede è una associazione di idee abbastanza scontata; e allo stesso modo il terrore che "se è successo a lui può capitare anche a me" è sotteso nel concetto di "contagio della non morte", vampirismo o epidemia zombi che sia. Stabilire che il contagio debba essere diretto, forse, è solo un modo per mitigare questa paura, cercando una possibile "via d'uscita".
Per queste sue caratteristiche, per l'essere deceduto e tornato dalla morte nel modo "sbagliato", il morto vivente si presta a essere il capro espiatorio perfetto: quante epidemie, non più tardi di due secoli fa, venivano (ir)razionalizzate come effetto delle predazioni nefaste di un vampiro, magari il cadavere rianimato di qualche malvagio? E la maledizione della non morte non era forse lo spauracchio perfetto per dissuadere il suicida?
Ma il morto vivente, talvolta, è anche un'incarnazione dei timori e dei rimorsi dei vivi: a volte il suo scopo non è fare sterminio o compiere atroci malvagità generiche, ma vendicarsi di chi l'ha ucciso. O, per traslato, potrebbe essere un'ossessione di qualche tipo a rianimare l'essenza di un caduto.
Per queste sue caratteristiche, per l'essere deceduto e tornato dalla morte nel modo "sbagliato", il morto vivente si presta a essere il capro espiatorio perfetto: quante epidemie, non più tardi di due secoli fa, venivano (ir)razionalizzate come effetto delle predazioni nefaste di un vampiro, magari il cadavere rianimato di qualche malvagio? E la maledizione della non morte non era forse lo spauracchio perfetto per dissuadere il suicida?
Ma il morto vivente, talvolta, è anche un'incarnazione dei timori e dei rimorsi dei vivi: a volte il suo scopo non è fare sterminio o compiere atroci malvagità generiche, ma vendicarsi di chi l'ha ucciso. O, per traslato, potrebbe essere un'ossessione di qualche tipo a rianimare l'essenza di un caduto.
E che dire poi dei tanti tipi di morti viventi che esistono nell'immaginario collettivo? Vampiri, zombi e fantasmi sono solo le categorie più ovvie, ma l'immaginario delle diverse culture è stato certamente prodigo di incubi; e dopotutto, anche nell'ambito dei "vampiri d'annata", non possiamo certo dire che la vampira Carmilla sia il corrispettivo perfetto del vampiro Dracula, né dell'eponimo Vampiro di Polidori.
Insomma, si può dire che ci possono essere non morti per tutti i gusti; e se in un dungeon non è fuori luogo far imbattere i PG in un manipolo di scheletri rianimati dalla magia nera, o far rianimare come zombi il loro compagno caduto, la presenza di un fantasma può portare l'ombra dei morti viventi anche in una avventura di GdR ambientata ai giorni nostri.
Insomma, si può dire che ci possono essere non morti per tutti i gusti; e se in un dungeon non è fuori luogo far imbattere i PG in un manipolo di scheletri rianimati dalla magia nera, o far rianimare come zombi il loro compagno caduto, la presenza di un fantasma può portare l'ombra dei morti viventi anche in una avventura di GdR ambientata ai giorni nostri.
Dopo questo grande e lungo pistolettone (che, ne sono certo, molti avranno saltato per andare direttamente alle foto), ecco a voi le immagini delle "orde non morte" di cui parlavo. Beh, "orde" per modo di dire. Ma 17 non morti mi sembrano comunque un discreto numero, e bello simbolico - oltre che completamente casuale.
Foto di gruppo di tutti i miei non morti, organizzati per gruppi; tutte le miniature nella prima fila sono prodotte dalla Mantic Games, mentre quelle nell'ultima fila sono prodotte dalla Games Workshop.
Questi modelli sarebbero i ghoul della Mantic; nel dipingerli ho cercato di dare una sottotonalità violetta, in qualche modo innaturale, alla pelle. Il ghoul, secondo la tradizione originaria, non sarebbe tecnicamente un non morto quanto un demone che si aggira per i deserti arabi; ancora in Lovecraft questi masticatori di cadaveri non sono identificati con i morti viventi. E' solo nella seconda metà del secolo scorso, oserei dire con Dungeons & Dragons e i suoi influenti bestiari, che il "ghoul" diventa un non morto vero e proprio. Sotto diversi punti di vista, è molto simile ai classici zombi "infettivi" tanto di moda adesso, ma è anche assimilato spesso e volentieri ai vampiri. E, diciamocelo, queste miniature non sarebbero male neppure per rappresentare dei vampiri particolarmente selvaggi.
Gli zombi Mantic vengono prodotti in sprue da tre pezzi, ma con un minimo di creatività da ciascuno di essi si possono ricavare ben quattro morti viventi, e con un minimo di creatività ci si può davvero sbizzarrire per renderli tutti diversi. Per dire, di base tutti i modelli sono maschili, la "zomba" in prima fila è tutto stucco delle mie scorte.
Questi scheletri sono l'aggiunta più recente alla mia collezione: li ho trovati alla cifra di 5,5 euro in un negozio di modellismo locale; di base avevano tutti lancia e scudo, ma ho usato altri pezzi presi dalla mia "scatola dei pezzi" (vera amica di qualsiasi modellista) per personalizzarli a dovere.
Ecco l'ultimo modello che ho finito di dipingere, lottando non poco col colore nero per dargli una luce accettabile. Una cosa di cui vado abbastanza fiero sono i suoi occhi.
Di base, questo modello sarebbe un necromante. Ma siamo così sicuri del fatto che chi traffica coi morti non sia morto a sua volta? Il mago oscuro che usa le proprie arti su se stesso per prolungare la propria esistenza è dopotutto un classico del genere, da ben prima che D&D introducesse i "lich" (termine fra l'altro molto stupido, voglio dire, etimologicamente vuol dire "corpo"; ah, devo smetterla di fare il filologoco anche quando leggo i manuali di un GdR). Ah, dimenticavo: nella mano sinistra il nostro necromante stringe un teschio nero brillante; sì, è una citazione dalla notte più nera.
Non c'è armata di non morti che possa dirsi completa senza la vampira. E in questo caso direi "che vampira". Trattasi di uno dei modelli di non morto più recenti prodotti dalla Games Workshop, e bene o male mi sembra una delle prove lampanti di come facciano nonostante i prezzi ladreschi a essere ancora leader nel mercato.
Vado abbastanza fiero del rosso con cui ho dipinto la gonna; di contro, non posso dire di aver dato le dovute luci al mantello. -.-
Ecco l'ultimo modello che ho finito di dipingere, lottando non poco col colore nero per dargli una luce accettabile. Una cosa di cui vado abbastanza fiero sono i suoi occhi.
Di base, questo modello sarebbe un necromante. Ma siamo così sicuri del fatto che chi traffica coi morti non sia morto a sua volta? Il mago oscuro che usa le proprie arti su se stesso per prolungare la propria esistenza è dopotutto un classico del genere, da ben prima che D&D introducesse i "lich" (termine fra l'altro molto stupido, voglio dire, etimologicamente vuol dire "corpo"; ah, devo smetterla di fare il filologoco anche quando leggo i manuali di un GdR). Ah, dimenticavo: nella mano sinistra il nostro necromante stringe un teschio nero brillante; sì, è una citazione dalla notte più nera.
Non c'è armata di non morti che possa dirsi completa senza la vampira. E in questo caso direi "che vampira". Trattasi di uno dei modelli di non morto più recenti prodotti dalla Games Workshop, e bene o male mi sembra una delle prove lampanti di come facciano nonostante i prezzi ladreschi a essere ancora leader nel mercato.
Vado abbastanza fiero del rosso con cui ho dipinto la gonna; di contro, non posso dire di aver dato le dovute luci al mantello. -.-
Una banshee della GW, dipinta per essere uno spettro generico (perché se il fantasma vendicativo è di sesso femminile è tutto più cool, vero?). In origine doveva essere al centro di una modifica che poi ho abbandonato, una modifica molto "guardinga" ed "equilibrata", oltre che "aerea".
Per la pittura ho usato uno schema molto semplice: fondo di colore bianco e inchiostro verde. Dà l'idea di un essere spettrale e non necessita di troppo impegno. Devo ammettere che su sfondo nero spicca davvero tanto.
Questo scheletro in armatura è adatto a ricoprire diversi ruoli in diverse avventure fantasy. Escludendo la corona, i cui rimandi alla trasposizione cinematografica della trilogia tolkieniana sono più evidenti che mai, il suo equipaggiamento ne fa un ottimo campione non morto, o anche un semplice scheletro particolarmente attrezzato. Di certo, non sembra un tipo da prendere alla leggera.
Una cosa molto interessante è come la guardia della spada: di certo, a un avventuriero che si trovasse davanti questi figuro, non verrebbe da pensare che si tratti solo di una semplice lama arrugginita... e il giocatore che guida l'avventuriero, probabilmente, si domanderebbe quale diabolico effetto possa scatenare una ferita di questa spada.
Questo scheletro in armatura è adatto a ricoprire diversi ruoli in diverse avventure fantasy. Escludendo la corona, i cui rimandi alla trasposizione cinematografica della trilogia tolkieniana sono più evidenti che mai, il suo equipaggiamento ne fa un ottimo campione non morto, o anche un semplice scheletro particolarmente attrezzato. Di certo, non sembra un tipo da prendere alla leggera.
Una cosa molto interessante è come la guardia della spada: di certo, a un avventuriero che si trovasse davanti questi figuro, non verrebbe da pensare che si tratti solo di una semplice lama arrugginita... e il giocatore che guida l'avventuriero, probabilmente, si domanderebbe quale diabolico effetto possa scatenare una ferita di questa spada.