giovedì 14 aprile 2011

Ambientazione per RuneQuest, ennesimi brani

Anche questi testi faranno parte della mia ambientazione per RuneQuest in corso di lavorazione.

Ancora una volta, fanno riferimento a un preciso aspetto del mondo in costruzione, nello specifico il modo in cui è scivolato nell'abbraccio letale del caos.

Inoltre, questi potrebbero essere gli ultimi testi che scriverò per un po' dato che penso di aver quasi finito la prima parte del lavoro: probabilmente, a breve mi dedicherò alle regole vere e proprie e, se va bene, per metà maggio il manualetto sarà completo.


Estratto da un antico testo religioso

“In verità, l'uomo è creatura degli Dei, plasmato a immagine della Loro volontà, affinché sia il Loro araldo in terra. Solo il fedele è vero uomo, e coloro i quali si rifiutano di ascoltare il Verbo rinnegano se stessi nell'offendere i propri Signori.
Che la dannazione ricada sul capo di quanti rinnegano i Veri Dei, loro creatori; possano le fiamme funeste degli inferi ardere l'anima di quanti ancora inneggiano ai falsi idoli, possano la morte coglierli intenti a celebrare i loro sporchi riti di sangue. Poiché hanno scelto le tenebre, e la Luce non li guiderà alla salvezza.
La Luce degli Dei traccia il cammino dell'uomo: araldo divino, egli deve dominare il mondo in Loro nome. Egli è la più alta fra le creature, il signore del creato, il custode della materia. L'uomo deve portare avanti il Disegno Divino, suo dovere è seguire il Verbo e la Luce.
Le tenebre degli inferi attendono chi professa una fede blasfema nella natura, poiché egli ha scelto di essere schiavo di ciò che gli Dei ci chiedono di dominare; sarà lutto e pianto a quanti ancora adorano i falsi dei e professano il loro empio credo.
Tu non ti farai sviare dagli empi, tu non ti prostrerai davanti agli schiavi, tu non cederai alle forze oscure. Ma, illuminato dalla Luce, seguirai il Verbo secondo il volere degli Dei.”



Discorso di un sapiente

“Immagina un fiume, un fiume con la tendenza a gonfiarsi in funeste ondate di piena. Ora, immagina che per arginarne gli effetti qualcuno costruisca un'enorme barriera tutt'attorno agli argini, e un'imponente diga che ne interrompa il corso.
Il fiume si ingrosserà sempre di più, non trovi? Sì, per qualche tempo il pericolo delle piene verrà evitato, ma la loro devastazione sarà soltanto rimandata.
Ora immagina che, sempre più di frequente, qualcuno apra dei pertugi nella diga per attingere un po' d'acqua dal fiume. Nei primi tempi non ci sarà nessun rischio in tutto ciò, ma con l'accumularsi delle acque esse usciranno dalle fessure con forza sempre maggiore, sfuggendo talvolta al controllo di chi voleva impiegarle.
E, infine, immagina che alla fine vengano aperte contemporaneamente centinaia e centinaia di fessure permanenti nella diga. La forza della barriera verrà meno, e la violenza delle acque a lungo accumulata si scatenerà tutta in una volta con una immensa ondata di piena. Ogni cosa verrà travolta, e anche se poi il fiume riprenderà il suo corso antico le terre attorno ad esso diventeranno un unico, enorme acquitrino; gli argini verranno erosi, e il letto del fiume si estenderà in un'area molto più grande. Intere pianure diventeranno paludi, e il fiume stesso perderà il proprio rigore per trasformarsi in un corso stagnante e melmoso, colmo di mulinelli e detriti. Magari qualche luogo, provvidenzialmente in altura, si salverà dalla catastrofe, ma le antiche colline emergeranno ora come isole in mezzo a un mare di devastazione putrescente.
Ecco, questo è quel che è successo al nostro mondo. Il caos è stato a lungo il fiume che irrigava i campi del nostro mondo, alimentandolo con la sua forza mistica. Poi gli uomini hanno eretto una barriera fra se stessi e tale principio creativo, volta a proteggerli dai suoi imprevedibili flussi. Ma nel contempo hanno continuato ad attingere energia dal caos, per potenziare la propria magia come per mantenere viva la terra. E a un certo punto la barriera ha ceduto: le forze del caos, a lungo represse, hanno invaso il mondo e trasformato ogni cosa col loro potere incontrollato e non più incanalabile. Soltanto alcune aree, paragonabili a quei rilievi tanto fortunati da sfuggire all'inondazione del mio esempio, si sono salvate dalla devastazione.
Perché è successo tutto questo? Perché l'uomo è stato così stupido da frapporre una barriera fra se stesso e quelle energie caotiche dalle quali non poteva prescindere? Immagino che tu non sappia molto delle antiche fedi religiose, vero? No, non posso darti torto, gli antichi dei non meritano altro che l'oblio, e il biasimo sempiterno degli uomini.
Perché, vedi, furono loro a spingere l'uomo a un tale gesto avventato. Ho letto i pochi libri di teologia rimasti da prima della catastrofe e credimi, le cose sono andate proprio così: per devozione e fede gli uomini hanno eretto con la fede una barriera impenetrabile, ma per mantenersi in vita dovevano quotidianamente attingere a ciò che stava al di là di essa. No, non è solo la magia a derivare il suo potere dal caos: anche gli uomini, gli animali, e ogni aspetto della natura stessa derivano in qualche misura dal caos la propria vitalità. Una vitalità che un tempo era controllata e filtrata, ma che ora emerge senza più alcun vincolo devastando quello stesso mondo che alimenta.
Dobbiamo ringraziare solo gli dei per tutto questo, ricordatelo. I maledetti hanno distolto la loro attenzione da noi adesso, o forse è il caos che li tiene lontani, non lo so. Di certo, se gli dei non ci fossero stati ora noi tutti non saremmo qui a soffrire. Luridi bastardi.”



Preghiera di un fedele
“Signori delle stelle, ancora oggi io vi onoro. Anche da questa terra devastata, anche con l'oscurità della morte che incombe su di me, io vi invoco con cuore devoto. Anche se i guardiani che ci avevate dato sono stati consumati dalla propria stoltezza, anche se la loro follia ha condannato la mia stirpe, io mi rivolgo a voi quale suddito fedele.
L'equilibrio deve essere ripristinato nel mondo, deve regnare nuovamente la giusta alternanza di caos e ordine da cui deriva il flusso della vita. Voi soli siete i maestri dell'equilibrio, voi soli siete creatori e non distruttori, guide e non tiranni, custodi e non carnefici.
Io vi invoco, signori delle stelle, e mi rivolgo a voi: possa la vostra benedizione darmi la forza di fare quel che devo, di agire come è necessario quando verrà il momento. Possa il sacrificio mio e degli altri fedeli portare alla salvezza del nostro mondo, possa il nostro sangue lavare l'onta di quanti si piegarono al messaggio dei vostri servitori impazziti.
Da guardiani, essi vollero diventare dei; da protettori dell'uomo, osarono ambire a esserne i signori; bramarono la devozione totale degli uomini, bramarono l'annientamento di quel che dovevano guidare, e ne furono annientati. Possa io, con la vostra benedizione, arginare la violenza del caos senza bramarne la distruzione né venirne distrutto.”

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