domenica 10 aprile 2011

Ambientazione per RuneQuest, nuovi brani

Altri tre brani per la mia ambientazione in corso d'opera. Trattano di uno dei temi più spudoratamente ispirati a Warhammer 40K; spero però che si inizi a intravvedere qualcuna delle fondamentali differenze che ci saranno fra i soggetti dei brani e le loro palesi fonti di ispirazione.


Le memorie di un uomo disperato
“Ve l'ho detto, non lo so proprio da dove siano arrivati: un attimo prima non c'erano, e quello dopo ce li siamo trovati davanti, armati di tutto punto. Armati come? Spade, lance, scudi... non ricordo bene; le lame sembravano di ferro, ma brillavano al sole come le loro armature. Che faccia avevano? Non lo so, ve lo giuro: uno solo era senza elmo, ma portava un cappuccio calato sugli occhi.
Erano quattro, solo quattro, sì! Non hanno neanche aperto bocca: appena sono arrivati ci si sono buttati contro, e in un attimo la metà dei nostri erano a terra a mordere la polvere. Combattevano benissimo, dannazione! Io ho preso una botta talmente forte da farmi cedere le gambe, e quella è stata la mia salvezza: mi hanno creduto morto. Altri non sono stati così fortunati.
Due dei miei compagni hanno tentato di sparare, e quelli per tutta risposta hanno staccato dalla cintura due canne da fuoco e li hanno colpiti alla schiena. Canne da fuoco, sì, ve lo giuro: ne avevano tutti una al fianco, e non erano certo i gingilli scarichi e arrugginiti che qualcuno si tira ancora dietro. Erano armi vere e proprie.
Dopo che ci hanno eliminati, hanno disperso i muli e si sono messi a seguire a ritroso le nostre tracce. Non so che fine abbiano fatto: appena ne ho avuto il coraggio sono corso via; non so cosa sia successo al rifugio in cui ci trovavamo prima.
Questo è tutto, ve l'ho già detto! Non so se fossero dei vostri o degli “altri”, dovete credermi, vi prego. Non ce la faccio più, vi scongiuro: basta con questo dolore. Ve lo giuro, non sto nascondendo niente, per favore...”



Il rimpianto di un guerriero

“Perché, perché tradire? Eravamo come fratelli, non c'era nulla allora che ci dividesse. Quante battaglie, fianco a fianco contro le progenie del caos, la nostra vita nelle vostre mani e la vostra nelle nostre. Solo le nostre lame e il nostro coraggio a frapporsi fra Daiva, la grandiosa, l'ultima città degli uomini, e la corruzione che divora il mondo.
Perché un tale mutamento d'animo fratelli, perché? O già da allora nel vostro cuore tessevate le trame del tradimento, già da allora bramavate il potere sopra ogni cosa, già da allora stimavate ininfluente il vostro dovere verso la patria comune? Perché tradire tutto quel che rappresentavate in nome di una assurda crociata volta soltanto ad accrescere il vostro potere nella speranza di poter maneggiare l'essenza più perversa del caos senza venirne corrotti?
Per noi eravate come fratelli, ma quel tempo ormai è lontano. Senza rendervene conto, convinti di mantenere salda la vostra umanità, siete diventati perfino più corrotti delle incolpevoli bestie contro cui un tempo levaste le armi al nostro fianco.
Voi siete i traditori, voi siete i dannati; gli uomini inferiori, naufraghi disperati nella tempesta di un mondo divorato dal caos, sono impotenti dinnanzi a voi e tremano al vostro passaggio. Ma noi non conosciamo la paura, né la pietà; non nei confronti dei traditori, non nei confronti dei mostri che siete diventati. Affilate le vostre lame, preparate i vostri più folli incantesimi, e serrate le cinghie delle vostre armature deformate dal caos. Perché noi, i difensori di Daiva, i fedeli, coloro che non hanno ceduto, non ci arrenderemo mai né a voi né a nessun altro. Per Daiva, e per l'umanità tutta!”



Dal discorso di un comandante
“Ci chiamano traditori, ci definiscono folli e corrotti, dicono che abbiamo tradito l'umanità! Sciocchezze, nient'altro che sciocchezze, sono soltanto le idiozie che una mente limitata partorisce quando non è in grado di affrontare la sfida postale innanzi dal futuro!
Noi siamo uomini, e l'uomo è il signore del mondo. Lo era prima dell'avvento del caos, e deve continuare a esserlo ancora, anche in un mondo che sembra rifiutarlo e stritolarlo fra le sue spire. Tutto è cambiato; e allora? Non è forse massima dote dell'uomo quella di saper cambiare, di sapersi adattare alle esigenze e alle imposizioni di quel che lo circonda? L'uomo è caos incarnato al massimo grado: mutevolezza nei mezzi, continuità negli intenti, aspirazione a controllare e possedere ogni cosa.
Io vi dico, fratelli, che non dobbiamo temere il caos. Gli stolti lo temono, e combattono l'inevitabile. Resistere lancia in resta, le gambe saldamente piantate nel terreno, all'onda di distruzione che si appresta a sommergerti non è un comportamento da eroe, no: è un comportamento da stupido. Perché opporsi all'ineluttabile? Il mondo è divenuto il dominio del caos, e allora? Accettiamo il caos nei nostri cuori, e plasmiamolo in una nuova arma al nostro servizio, che fortifichi il nostro braccio e faccia strage dei nostri nemici.
Noi siamo gli uomini nuovi, noi che non temiamo il caos e i suoi doni, noi che abbiamo imparato a controllare e domare i mutamenti tanto funesti per i nostri simili inferiori. Noi siamo il futuro dell'uomo!
Il mondo sarà nostro fratelli, poiché noi siamo divenuti tutt'uno col caos, e il caos è potente!”

1 commento:

  1. Master del mio cuore, sei un fottuto genio.. Devi scrivere un libro, giusto perché io lo leggerei volentieri!
    Sei fottutamente geniale*-*
    -Mela-

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