Ho pensato che, rifacendosi alla versione originale, il tema potrebbe essere trasferito molto bene in poesia, una poesia d'amore tragico e impossibile. Così, mi sono messo di buona lena e ho iniziato a scrivere.
Non sono ancora arrivato alla fine di questa fatica, ma c'è già qualcosa di apprezzabile da leggere.
In futuro, i prossimi aggiornamenti di poesie saranno il proseguimento di questo componimento, in quanto voglio terminarlo prima di passare ad altri lavori.
Dal profondo dei cieli, oltre la luce
Vegliava sul mondo, spirito eletto.
Sua era la speranza, volto mai truce,
Provava per gli uomini grande affetto.
Era un custode, angelico guardiano,
Forte e giusto, baluardo dei mortali.
Il mondo egli osservava da lontano
Lui solo, fra gli spazi siderali.
E vide un giorno il tuo volto, lo vide
Mentre alzato il capo tu sorridevi;
E come un naufrago fra le acque infide
Brama le spiagge, brama sabbie lievi
E nulla sente di desiderare
Più di quel dolce tocco sulla pelle,
Così l'angelo si scopre ad amare
Una giovane dalle chiome belle.
E allora egli lascia la sua alta sede,
Spinto da amore che forte richiama.
Nella discesa nient'altro egli vede
Se non quel bel volto che lui tanto ama.
Nella discesa la luce lo ammanta,
Mentre egli si veste di forma umana.
Nella discesa la sua anima canta,
Vibra nel cosmo melodia lontana.
Dopo eoni, gli pare, giunge alla terra,
Poiché lunghi gli istanti anche ai beati
Rende la passione quando li afferra;
Giunge alla terra sui suoi piedi alati.
Allora, beato, lui le si accosta;
Brillano gli occhi, e bello è il sembiante,
Ma la sua vera natura è nascosta,
La sua sede gloriosa ormai è distante.
E lei lo vede, bello più del sole,
Maestoso e dolce, simile e lontano.
La incuriosisce: sapere ella vuole
Chi è mai costui, uomo dal volto strano.
“Straniero, domanda, “chi mai voi siete?
Inusuale è il vostro aspetto, da re.”
L'angelo risponde parole liete
“Sono venuto”, risponde, “per te.
Da lontano ti ho ammirata, in passato,
Mentre osservavo, con te, il mondo intero.
Ti ho vista crescere e fiorire, grato,
Ma senza intendere il prodigio vero
Che ha fatto di te, bambina normale,
Il fiore del mondo, dolce e perfetta,
Ragazza di cui non esiste eguale,
Ché in te nessuna virtù mai difetta.
Solo vedendoti giovane e adulta,
Vedendo i tuoi capelli, come seta,
Il tuo volto su cui beltà esulta
Io ti ammirai, con l'anima inquieta;
Ti ammirai come per la prima volta
Sentivo amore sbocciare copioso,
E compresi che se tu mi fossi tolta
Ne soffrirei, sarei senza riposo.
Sì, per questo ho lasciato le mie sedi;
Poiché senza di te non io non son niente,
Son venuto qui da te, come vedi.”
“Dolce straniero, l'anima mia sente
Qualcosa, per voi. Ma troppo è il mistero,
Troppa la maestà: donde arrivate?
Siate voi con me, vi prego, sincero,
Se davvero così tanto mi amate.”
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