martedì 20 ottobre 2009

Fuori programma: "e i figli di dio videro..."

Ok, ho completato la poesia di ieri prima del previsto.

Alla fine, ho abbandonato la tematica dei nephilim per concentrarmi di più sull'amore fra angelo e donna mortale e ridurre la lunghezza del componimento.
Comunque, anche così è venuto su un poemetto mica male in quanto a lunghezza. ^^

Spero che vi possa piacere. :)

Dal profondo dei cieli, oltre la luce
Vegliava sul mondo, spirito eletto.
Grande la potenza, volto mai truce,
Provava per gli uomini grande affetto.
Era un custode, angelico guardiano,
Forte e giusto, baluardo dei mortali.
Il mondo egli osservava da lontano
Lui solo, fra gli spazi siderali.
E vide un giorno il tuo volto, lo vide
Mentre alzato il capo tu sorridevi;
E come un naufrago fra le acque infide
Brama le spiagge, brama sabbie lievi
E nulla sente di desiderare
Più di quel dolce tocco sulla pelle,
Così l'angelo si scopre ad amare
Una giovane dalle chiome belle.
E allora egli lascia la sua alta sede,
Spinto da amore che forte richiama.
Nella discesa nient'altro egli vede
Se non quel bel volto che lui tanto ama.
Nella discesa la luce lo ammanta,
Mentre egli si veste di forma umana.
Nella discesa la sua anima canta,
Vibra nel cosmo melodia lontana.
Dopo eoni, gli pare, giunge alla terra,
Poiché lunghi gli istanti anche ai beati
Rende la passione quando li afferra;
Giunge alla terra sui suoi piedi alati.
Allora, beato, lui le si accosta;
Brillano gli occhi, e bello è il sembiante,
Ma la sua vera natura è nascosta,
La sua sede gloriosa ormai è distante.
E lei lo vede, bello più del sole,
Maestoso e dolce, simile e lontano.
La incuriosisce: sapere ella vuole
Chi è mai costui, uomo dal volto strano.
“Straniero, domanda, “chi mai voi siete?
Inusuale è il vostro aspetto, da re.”
L'angelo risponde parole liete
“Sono venuto”, risponde, “per te.
Da lontano ti ho ammirata, in passato,
Mentre osservavo, con te, il mondo intero.
Ti ho vista crescere e fiorire, grato,
Ma senza intendere il prodigio vero
Che ha fatto di te, bambina mortale,
Il fiore del mondo, dolce e perfetta,
Ragazza di cui non esiste eguale,
Ché in te nessuna virtù mai difetta.
Solo vedendoti matura e adulta,
Vedendo i tuoi capelli, come seta,
Il tuo volto su cui beltà esulta
Io ti ammirai, con l'anima inquieta;
Ti ammirai come per la prima volta
Sentivo amore sbocciare copioso,
E compresi che se tu mi fossi tolta
Ne soffrirei, sarei senza riposo.
Sì, per questo ho lasciato le mie sedi;
Poiché senza di te non io non son niente,
Son venuto qui da te, come vedi.”
“Dolce straniero, l'anima mia sente
Qualcosa, per voi. Ma troppo è il mistero,
Troppa la maestà: donde arrivate?
Siate voi con me, vi prego, sincero,
Se davvero così tanto mi amate.”
“Da lontano vengo, fanciulla pura,
Oltre le stelle ed oltre ogni ambizione
Dei mortali, da oltre la notte scura.
Non sono umano d'alcuna nazione,
Ma immortale d'alta stirpe divina;
Angeli, è così che voi ci chiamate,
E ci dite beati. Ma ferina
È la mia vita, e le giornate ingrate
Dacché ho fissato il tuo volto di luna,
E per amarti ai cieli ho rinunciato.
Senza di te non ho speranza alcuna,
Senza il tuo amore io sono condannato
Ad un orribile tormento eterno:
Tale sarebbe infatti la mia vita
Alla grande pena, all'oscuro inferno.
Amami, dama di grazia infinita,
Amami, bella fra le donne umane:
Io ti dono ora e per sempre il mio cuore,
Io che vivevo fra stelle lontane,
Io che fra gli angeli ero gran signore.”
“Colme di miele son le tue parole,
E risvegliano in me amore ancestrale,
Ma a sentirle il mio cuore pur si duole,
Perché una bella parola a che vale
Se non la sostiene la verità?
Provami, bell'angelo, quanto hai detto.
Se verace è il tuo amore il mio sarà
Tre volte più grande, mio bel diletto.
Ma provami, angelo, la tua natura.
Mostrami ora il tuo volto maestoso,
Sì che l'anima possa essere sicura
Nel concedersi a te, nel dar riposo
Al tuo grande tormento, amore mio,
Alla tua passione ora ricambiata.
Quale donna mai di un figlio di dio,
Non vorrebbe infatti essere l'amata?”
Lacrime rigano il bel volto angelico,
Ed egli sorride, piangendo forte:
“Non può esser mostrato, amore, l'eterico
Sembiante, esso darebbe fredda morte
A chiunque vi posasse mai il suo sguardo
Poiché grande, troppo grande splendore
Esso emana. Ed io con che riguardo
Potrei infligger tal pena a te, mio amore?”
“Pure è necessario, mio innamorato,”
Rispose lei, accostandosi lenta,
“Affinché il nostro amore sia temprato
Correre tal rischio.” E lo fissa attenta.
Allora egli si risolve a mostrarsi,
E un brivido scuote membra immortali
Mentre assume aspetto tal d'adorarsi.
Il volto è magnifico, senza eguali,
E risplende, la terra illuminando
Come oltre i grandi monti sorge il sole
Portando luce, il cuore riscaldando.
Egli si rivela, come ella vuole.
Lei trema a veder l'aspetto glorioso,
Ché non riconosce più in lui l'amato;
Fissare il volto è quasi doloroso,
Ma in esso brilla amore dichiarato
Per lei, e il suo grande angelico aspetto
Non le dona morte, ma gioia immensa,
Poiché sincero è stato il suo diletto.
Ed ora a nient'altro ormai ella pensa
Se non a lui, lui che attraverso i cieli
E' disceso da lei chiedendo amore,
Lui che per lei ha sollevato i veli
Della sua anima vera, gran fulgore,
Lui che, nume a vedersi, le sorride
E spalanca le braccia, gesto lieto,
Perché mai, mai così bella la vide.
Ed egli ignora, ignora il gran divieto
Che è dato ai potenti, agli angeli puri,
Di mostrarsi agli umani, star con loro.
Pena e distacco infatti son sicuri
Per quanti, col volto simile ad oro,
Si rivelano ai nati dalla terra
Trista stirpe, mai di certo invidiabile,
La piagan morte, fame, peste e guerra;
Eppure, più di ogni altra essa è amabile.
Ma di queste cose essi ora non hanno
Memoria, ed ignorano, innamorati
Che dal loro amore verrà gran danno,
Che il loro amore li ha già condannati.
Ignorano: non hanno occhi né mente
Per niente o nessuno, a parte l'amato.
Lei corre incontro; le labbra sue sente
Serrate alle proprie. Lei l'ha abbracciato
E lui l'accarezza, la stringe forte
Le mani fra i capelli, e lei fra i suoi.
“Mai ti lascerò”, egli dice, “alla morte”
“Per te,” ella dice, “sarò quel che vuoi.”
Ed ora si amano, si aman sinceri,
Ma già il cielo prepara la vendetta,
Per quanti sfidarono coi pensieri
E con azioni la catena stretta
Che è stata posta, vincolo ai beati,
Per separarli dalla stirpe umana.
Entrambi avranno posto fra i dannati.
Sarà questo amore senza peana
Poiché l'ira calerà annientatrice
A punire l'amore non concesso,
Non è mai permesso essere felice
A chi viola le leggi di dio stesso.
Ma la terra conserverà memoria,
Ed il vento serberà nei suoi canti
Le parole d'amore, e questa storia
Renderà immortali i miseri amanti.
E che sia monito, ed esempio eterno
A quanti amando patiscon dolore:
Perché non esiste, no, alcun inferno
Quando l'anima è ricolma d'amore.
Perché due spiriti, diversi e affini
Hanno mostrato esser forza maggiore
Dell'ira di dei, potenti e beghini
Il semplice, puro, e perfetto amore.

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