Oggi vi propongo una poesia nuova e un po' di roba vecchia.
La poesia l'ho composta per una ambientazione di GdR che sto creando; si basa su tutti quei miti relativi a crudeli creature fatate che abitano nel ventre della terra, scacciate dalla luce del sole per opera dei primi umani, e di cui è inquietantemente pieno l'immaginario di molte culture...
Vigile è il popolo della collina,
Da sempre esso attende l'ultima ora,
E quando è giunta la notte ferina
Preda il nostro mondo fino all'aurora.
Non confidare nel serico viso,
Non porre mai fede nelle parole
Di quanti incantano con un sorriso,
E svaniscono alla luce del sole.
Essi attendono, al buio, sotto terra,
Attendono da secoli vendetta,
Ed essi muovono, non visti, guerra,
Contro di noi, e serrano la stretta.
Non confidare nel serico viso,
Non porre mai fede nelle parole
Di quanti incantano con un sorriso,
E svaniscono alla luce del sole.
Banditi dai nostri progenitori,
Serbano ancora la dura memoria
Dello sterminio, dei molti dolori
Inflitti loro prima della storia.
Non confidare nel serico viso,
Non porre mai fede nelle parole
Di quanti incantano con un sorriso,
E svaniscono alla luce del sole.
Escon dai tumuli, tutte le sere,
False son le danze, falso l'amore,
Fredde le lame, le lame son vere,
Predan gli uomini, recano dolore.
Non confidare nel serico viso,
Non porre mai fede nelle parole
Di quanti incantano con un sorriso,
E svaniscono alla luce del sole.
Questa poesia, invece, è stata la prima che ho -da pazzo- scritto sul cellulare. Esperienza estenuante: il T9 NON è amico della poesia.
E la terra e il cielo si unirono
In un canto di reciproco amore.
Ma l'ultima luce del sole
Restituiva le tenebre alla luna;
E quando levai l'occhio stanco.
Non vidi altro che ceneri, e pianto.
Infine, questo breve componimento mi è stato ispirato da una notte di quasi un anno fa...
La luna alta nel cielo, solitaria,
Fra le tenui luci stellari.
Niente nubi: un vento freddo e crudele
Mi graffia con aria gelata.
Principalmente giochi di ruolo, ma anche modellismo. Riflessioni e poesie, quando sono in vena. Quel che di volta in volta mi sento di condividere, insomma.
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