sabato 9 ottobre 2010

Per il mare: un solo mondo, un solo ordine, una sola cultura

Sono, me ne rendo conto, in tremendo ritardo.

La vita, spesso, ci detta ritmi diversi da quelli che avevamo preventivato e, per quanto mi sia dispiaciuto, per tutto settembre ho dovuto limitare al minimo i lavori dedicati a questa mia ambientazione.

Comunque, sono riuscito a completare quello che sarà il terzo capitolo; resta solo quello finale che, causa campagna ormai sul punto di essere avviata, dovrò completare comunque a breve.


Un solo mondo, un solo ordine, una sola cultura

La geografia del mondo, costellato da tante isole più o meno distanti fra loro, ha favorito il formarsi di più culture anche molto dissimili le une dalle altre, e al contrario il diffondersi di alcuni fattori comuni lungo le rotte maggiori. Con la costituzione dell'Ordo Orbis, tutto questo ha avuto fine: se davvero il mondo doveva essere governato da un solo ordine, allora era necessario che gli equilibri di potere, le tradizioni e i valori sui quali tale ordine si fondava fossero gli unici presenti nel globo.
Quella che venne messa in atto fu una repressione programmata e studiata a tavolino, ma non per questo meno sanguinaria. Pure, l'Ordo Orbis non raggiunse completamente il suo scopo: in alcune isole molto marginali continuavano a sussistere sacche di resistenza alla nuova cultura globale, e in praticamente ogni isola essa si era in qualche modo fusa con le tradizioni locali, senza mai soppiantarle del tutto.
Ma, seppure non sia a tutt'oggi l'unica cultura esistente, quella dell'Ordo Orbis è di sicuro l'unica tollerata nelle isole non indipendenti, ovvero nella quasi totalità delle stesse. Milioni di persone parlano la stessa lingua, scrivono con gli stessi caratteri, utilizzano le stesse unità di misura, leggono gli stessi testi, professano la stessa fede e -cosa fondamentale- obbediscono più o meno ciecamente alla stessa autorità.
Sì, coloro che si oppongono al governo mondiale sono indubbiamente numerosi, ma in moltissimi campi l'influenza culturale dell'Ordo Orbis è ormai ineliminabile.

Beni e consumi
La natura insulare del mondo ha fatto sì che ogni regione e ogni isola dovessero contare solo su se stesse per il proprio approvvigionamento: sono ben poche le zone che possono permettersi di dipendere esclusivamente dai rifornimenti esterni, e con l'aumento della pirateria a seguito dell'ascesa di Vigon Asrigue il loro numero è in calo costante.
Esiste in verità una certa tendenza a spostare e massificare la produzione di alcuni prodotti, specialmente agricoli, nelle isole a loro più favorevoli e da lì distribuirle in tutto il mondo, per quanto raramente la popolazione faccia esclusivo affidamento su tali beni. Molto più spesso, gli abitanti hanno imparato ad arrangiarsi con quanto produce la propria terra, ricorrendo a questi comunque economici beni d'importazione senza mai fare troppo affidamento sugli ormai troppo irregolari approvvigionamenti.
Ma, se per i beni di prima necessità ogni isola ha imparato a gestirsi in maniera autonoma, di contro i generi di lusso conoscono una diffusione globale: per quanto alcune mode possano arrivare relativamente tardi nelle zone più lontane dalle capitali, l'aristocrazia di ogni isola tende a vestire secondo lo stesso stile, a consumare gli stessi pregiatissimi e altrettanto costosi piatti di importazione, e a collezionare gli stessi oggetti d'arte.
Tali oggetti d'arte corrispondono ai canoni fondamentali dettati dalla Lex Omnium, rispetto ai quali negli ultimi secoli si sono avuti limitati progressi: un'arte apparentemente realistica, che esalti le forme umane e quelle della natura creata per essere al servizio degli uomini, evidenziando l'ordine divino presente nel mondo attraverso una spinta idealizzante nella resa delle forme. L'arte fondamentalmente astratta viene tipicamente vista di cattivo occhio, a differenza delle pur raffazzonate interpretazioni periferiche delle forme d'arte più elevate.

Calendario e misurazione del tempo
Agli innumerevoli metodi precedenti per misurare il tempo, l'Ordo Orbis ha sostituito fin dalla sua istituzione un nuovo calendario, basato su una mediazione fra il massimo rispetto possibile dei dati astronomici e i numeri sacri della Lex Omnium.
In base a questo calendario, un anno è diviso in 12 mesi di 30 giorni l'uno; a sua volta, ogni mese è suddiviso in tre decadi, e ogni giorno consta di 24 ore. Il primo e l'ultimo giorno di ogni decade sono sempre festivi, e vengono dedicati a una elaborata serie di celebrazioni religiose. Il primo giorno di ogni mese è reputato di particolare sacralità, e allo stesso modo il primo giorno del primo mese, anniversario della costituzione dell'Ordo Orbis, rappresenta la massima festività annuale.
Data la sua adozione in aree geografiche diversissime fra loro, il calendario globale non contempla una suddivisione in stagioni, né una serie di feste legate alle diverse condizioni climatiche; piuttosto, sono le diverse isole ad adattare le date festive alla situazione e alle tradizioni locali. Così, la festa che in alcune isole viene celebrata con abbondanti bevute di vino novello in altre zone contempla un bagno rituale nelle calde acque marine, e così via.
La datazione vera e propria dipende anch'essa dall'Ordo Orbis: l'anno zero del calendario viene fissato proprio nell'anno della costituzione del nuovo ordine mondiale 518 anni or sono. Le date precedenti a tale evento sono indicate come “prae Ordine edicto”, letteralmente “anteriore allo stabilimento dell'Ordine”, mentre quelle successive vengono indicate come “ab Ordine edicto”, o “dallo stabilimento dell'Ordine.
Sebbene alcune isole indipendenti abbiano recentemente scelto di fissare in date differenti il proprio anno zero, l'anno solare impiegato nei loro calendari è lo stesso dell'Ordo Orbis. Fa eccezione, fra le terre civilizzate, solo l'Aighept, in quanto il nuovo sovrano ha imposto ai suoi sudditi l'antichissimo e raffinato calendario astronomico sviluppato in passato dal suo popolo.

Celebrazioni e riti
Sebbene il numero e la natura delle festività varino da nazione a nazione, e talvolta da isola a isola anche all'interno dello stesso stato, alcuni riti vengono celebrati in tutto il mondo secondo le stesse modalità.
Si tratta per la maggior parte delle celebrazioni religiose della Lex Omnium, alle quali ogni essere umano è teoricamente tenuto a prendere parte e dalle quali la vita di ogni uomo dovrebbe idealmente essere scandita. La prima di queste celebrazioni, quella che segna l'ingresso di un neonato nella comunità, è la ostentatio; accompagnato da una festa più o meno ricca a seconda delle condizioni economiche dei suoi genitori, questo rito viene tipicamente tenuto quando il bambino è molto piccolo e corrisponde alla data a partire nella quale verranno poi celebrati i suoi dies natales, i compleanni.
Se con la ostentatio sono i genitori a sottomettere il proprio figlio alla legge divina, è suo dovere durante l'adolescenza rinnovare tale obbedienza in occasione della sua confirmatio; è costume che, durante tale rito, un ragazzo scelga anche il suo destino futuro. Dato che il rituale della confirmatio deve essere celebrato da un magister fidei, tale cerimonia si tiene solo una volta all'anno nelle comunità più piccole. Spesso, alcuni giovani lasciano la propria isola al seguite del magister fidei da cui sono stati confermati nella fede per unirsi, in un modo o nell'altro, all'Ordo Orbis.
La terza cerimonia che scandisce la vita di un fedele è la sua coniunctio, l'unione matrimoniale con una persona del sesso opposto; è una occasione di festa più mondana che non religiosa, ma la diffusione dell'isituto della famiglia, saldamente legata ai valori della Lex Omnium e saldamente fedele e sottomessa all'Ordo Orbis, rappresenta uno dei cardini del governo mondiale.
Sebbene sia dovere formale di ogni fedele contribuire a portare avanti il disegno divino generando altri esseri umani, non è comunque raro che una persona rifiuti la coniunctio; questa scelta, però, è spesso vista di cattivo occhio specialmente dai sacerdotes, secondo i quali tipicamente serve a coprire un qualche vizio o perversione sessuale. Una cerimonia di coniunctio può essere annullata, cosa che permette di cerebrarla nuovamente con un diverso compagno (o compagna) solo da un magister fidei.
L'ultimo, e probabilmente più importante rito a cui un fedele viene sottoposto è, poco dopo la morte, la sua commemoratio. Nel corso della cerimonia un sacerdos, o talvolta perfino il magister fidei locale, celebra i meriti del defunto e la sua adesione alla Lex Omnium, auspicandone la congiunzione col divino. Molto spesso, il panegirico del morto è direttamente proporzionale alle donazioni fatte dai suoi familiari piuttosto che alla sua vera e propria pietà in vita. Non è raro che le famiglie più abbienti commissionino più cerimonie di commemoratio, tenute a tre anni di distanza l'una dall'altra, per i loro defunti.
Talvolta, per un fedele straordinario (tipicamente un alto ufficiale dell'Ordo Orbis, o comunque un individuo meritevole), la commemoratio viene sostituita dalla deificatio; tale cerimonia sancisce e celebra la sua avvenuta riunificazione col principio divino quale coronamento di una vita irreprensibile. Solo un magister fidei può celebrare tale prestigioso rito; il magister fidei maximus, al momento della sua nomina, riceve dagli altri magistri fidei una vera e propria deificatio in vita.
Anche un altro rituale, la damnatio memoriae, può essere celebrato soltanto da un magister fidei. Questo rito serve a rendere grazie per l'avvenuta dipartita del morto, e a ricordarne le empie azioni; se ne sancisce la morte definitiva e l'impossibilità di ricongiungimento col divino, e si insiste affinché nessuno possa mai ispirarsi alla sua perfidia. Talvolta, in rarissimi casi che devono essere autorizzati dal magister fidei maximus, la damnatio memoriae può essere celebrata anche per un individuo ancora in vita. Vigon Asrigue, i suoi luogotenenti e, in generale, i maggiori nemici della Lex Omnium sono le uniche persone contro le quali è stata mai applicata questa condanna.

Denaro ed economia
Già prima della nascita dell'Ordo Orbis, i mercanti che poi si sarebbero riuniti nel Consortium Mercatorum avevano avviato un processo di unificazione delle diverse valute presenti nel Vecchio Mondo allo scopo di agevolare i commerci. Con la scoperta della cultura dabhatiana, a questo sistema si aggiunse una nuova idea: l'impiego di cartamoneta, il cui valore nominale era garantito dai tesori in possesso dell'autorità che la emetteva.
L'Ordo Orbis ha costruito il sistema monetario mondiale a partire da queste basi: attualmente, tutto il mondo impiega come moneta principale il denaro d'argento (spesso chiamato solo “argento”), dal peso di 10 grammi; dieci denari d'argento corrispondono a un denaro d'oro (o semplicemente “oro”), mentre un singolo argento corrisponde a dieci denari di rame. In realtà, le monete non presentano il metallo nella sua forma pura, ma in una lega piuttosto raffinata e difficile da replicare, che consente all'Ordo Orbis di tenere sotto controllo l'emissione di denaro falso e, alla bisogna, di alterarne le percentuali di metallo prezioso allo scopo di ridurne o aumentarne il valore. Ogni moneta presenta una forma circolare piuttosto regolare, e reca inciso da un lato il globo dell'Ordo Orbis, dall'altro la data di emissione accompagnata dal motto “orbs unum, ordo unum”, “un solo mondo, un solo ordine”.
Alle monete vere e proprie si accompagna la cartamoneta; emessa in tagli dal valore di 15, 30, 60, 100, 150 e 300 denari d'argento, ha dimensioni standardizzate e presenta le stesse decorazioni delle monete metalliche. A esse si accompagna il numero di codice della carta, e il nome della branca dell'Ordo Orbis che l'ha emessa, il che permette di identificare alla bisogna ogni singola banconota e di rimuovere dalla circolazione quelle false. Ogni singola organizzazione, per poter emettere della cartamoneta, deve garantire di essere in possesso di merci o metalli preziosi del valore corrispondente. Recentemente, è stata concessa anche ai singoli gruppi mercantili la possibilità di stampare la propria cartamoneta, il che ha permesso agli individui più spregiudicati di lucrare notevolmente grazie alla possibilità di impiegare nei propri traffici commerciali banconote delle quali non si possiede l'equivalente in beni, ottenendo però tali ricchezze grazie ai profitti derivati dagli investimenti resi possibili da tale truffa.
Il Consortium Mercatorum, ufficialmente adibito al controllo su queste pratiche illecite, ha mostrato di non curarsene tanto e c'è chi vocifera che perfino alcuni magistri mercatorum ricorrano talvolta a tale stratagemma per incrementare i propri profitti personali.

Diritti e libertà
Secondo l'ideologia dell'Ordo Orbis, ogni essere umano ha il diritto di trascorrere la propria vita in libertà e felicità; tuttavia, l'unica libertà realmente riconosciuta è quella di coloro che seguono la volontà divina incarnata nella Lex Omnium: chi vi si oppone, o anche solo dimostra di non obbedivi, viene considerato uno schiavo del peccato, e un individuo meno che umano per propria scelta personale.
In quanto tale, qualsiasi persona non perfettamente allineata può essere privata dei propri diritti. Spesso, un periodo di “riabilitazione” carceraria più o meno lungo e duro è la pena riservata a questi individui; in alcuni casi, specialmente quando si ha a che fare con pirati e rivoluzionari, si può giungere alla condanna capitale. In ogni caso, un individuo iniziato alla Lex Omnium mantiene sempre, almeno formalmente, la propria libertà.
Diverso è il caso di quanti, provenienti da terre pagane o selvagge, non sono stati educati secondo la religione globale: essendo considerati più prossimi agli animali che non ai pii esseri umani asserviti alla volontà divina, tali individui vengono spesso impiegati come schiavi senza che la maggior parte dei religiosi abbia nulla da ridire a riguardo. È comunque possibile per uno schiavo riottenere la propria libertà convertendosi alla Lex Omnium, ma deve essere il suo padrone a garantirne l'avvenuta conversione.
Sebbene i fedeli più integralisti mal sopportino gli omosessuali e i ritardati mentali, ritenendo che la loro assenza di conformità sia dovuta a un qualche peccato contro la legge divina, nessuna legge formale esiste per perseguire queste persone. Allo stesso modo, sebbene nel Vecchio Mondo e nella Dabhati le donne siano sempre state formalmente sottomesse agli uomini, non esiste nessuna legge in proposito e anzi la notevole diffusione dell'Ordo Orbis in terre dalle tradizioni tanto diverse ha portato bene o male a una parziale parificazione fra i sessi, anche se numerosi pregiudizi si dimostrano parecchio duri a morire.
Se i cittadini comuni del governo mondiale godono di una libertà relativamente ampia in numerosi campi, a loro è comunque fatto divieto di possedere armi e di praticare le arti mistiche. Soltanto i membri dell'Ordo Orbis attivi sul campo contro le forze dell'anarchia hanno automaticamente il permesso di ricorrere a simili mezzi offensivi; per tutti gli altri, si tratta di un diritto acquistabile solo a prezzo di duri sacrifici.
Chiunque voglia possedere un'arma più complessa di un pugnale, un arnese da lavoro o un semplice arco da caccia, deve sottoporsi annualmente a un attento esame da parte di appositi emissari dell'Ordo Orbis; per la buona riuscita dell'operazione, egli è costretto a versare un contributo di 500 denari d'argento che andranno spesi in cerimonie espiatorie e scartoffie assortite. Quanti vengono trovati in possesso di armi senza avere la regolare licenza possono venire condannati a pene anche abbastanza gravi, specialmente qualora dovessero essere accusati di detenere tali strumenti di morte per combattere come rivoluzionari.
Invece, chi desidera praticare le arti mistiche è tenuto al pagamento di una ben più gravosa tassa annuale di 5000 argenti; questi individui, ben più pericolosi di un semplice armato, vengono vigilati costantemente da appositi gruppi di ordinarii e il loro potere magico controllato con frequenza. La politica dell'Ordo Orbis è quella di reclutare fra le proprie fila gli incantatori più promettenti, o quelli che non possono permettersi di versare la tassa richiesta per essere semplicemente se stessi; quando un praticante delle arti mistiche raggiunge un certo livello di potenza, il reclutamento è per lui obbligatorio, a meno che non decida di darsi alla macchia. La pena riservata a questi fuggiaschi è quasi sempre quella capitale.

Lingue e alfabeti
Una delle maggiori conquiste dell'Ordo Orbis in termini di universalità è stata senza dubbio la diffusione in tutto il mondo della propria lingua ufficiale; sebbene in moltissime isole sopravvivano ancora le antiche lingue locali, praticamente tutti gli uomini civilizzati parlano il sermo communis, la antica “lingua franca” dei mercanti nel Vecchio Mondo.
Allo stesso modo, l'unica lingua alta riconosciuta in tutte le isole è il sermo vetus, l'antico linguaggio taliano divenuto lingua del Consortium Mercatorum e della Militia Marium prima, quindi dell'intero Ordo Orbis.
Anche i rivoluzionari fanno apertamente uso del sermo communis, mentre invece il sermo vetus gode di minore fortuna presso pirati e seguaci di Asrigue: si dice che la Furia Rivoluzionaria non abbia mai pronunciato un discorso in tale lingua.
In numerose isole, inoltre, l'utilizzo della antica lingua indigena è un modo per evidenziare la propria insofferenza nei confronti dell'Ordo Orbis; proprio per questo motivo, il governo mondiale ha sempre fatto del suo meglio per limitare l'impiego di tali parlate. Viene tuttavia riconosciuto un certo prestigio a quelle lingue che, come alcune originarie della Dabhati, hanno alle proprie spalle una forte tradizione letteraria e religiosa. Le lingue dabhatiane sono inoltre le uniche lingue “civili” ad avere ciascuna un proprio, complesso alfabeto impiegato al posto delle altrimenti universali litterae talianae, i caratteri dell'alfabeto ufficiale.
Ma al di là di questi particolarismi regionali, la maggior parte dei testi letterari sono scritti in sermo vetus o in sermo communis, a seconda che trattino argomenti scientifici e teologici o che siano semplici testi divulgativi o di intrattenimento. L'utilizzo della stampa permette di diffondere i testi più basilari anche ai livelli medio-bassi della scala sociale, in tutte le principali isole; tuttavia, sono ben pochi gli individui che possono permettersi una ricca collezione di testi pregiati, rigorosamente copiati e illustrati a mano, in sermo vetus.
In ogni caso, l'alfabetizzazione è moderatamente diffusa in praticamente tutte le isole, grazie al pur elementare livello di istruzione gratuito garantito dall'Ordo Orbis a ogni cittadino.

Pesi e misure
È stato il Consortium Mercatorum, fin dalla sua costituzione, a premere affinché in tutto il Vecchio Mondo si utilizzassero le stesse unità di misura, standardizzate per agevolare il commercio fra le diverse nazioni.
L'Ordo Orbis non ha fatto altro che estendere questi standard, ribattezzati collettivamente Ratio Mensurarum, al mondo intero. In tale processo ha avuto un ruolo determinante, ancora una volta, la presenza in ogni isola di alcuni centri di istruzione che, oltre a indottrinare i futuri cittadini e fedeli, offrono loro un'educazione di base in diversi campi.
Salvo che nelle isole più selvagge, tutti quanti sono ormai abituati a misurare il tempo in secondi, minuti e ore, la distanza in metri e il peso in grammi; un complesso sistema di multipli e sottomultipli garantisce alla Ratio Mensurarum una notevole universalità che, legata alla sua natura strettamente razionale e altamente intuitiva, la rende uno dei maggiori contributi dell'Ordo Orbis allo sviluppo di arti e scienze.

Scienza e arti
Gli sviluppi della scienza sono stati sempre tenuti sotto controllo dall'Ordo Orbis, che ne ha spesso osteggiato gli aspetti più innovativi. In particolare, vengono scoraggiati tutti quegli studi scientifici il cui scopo è puramente nozionistico, mentre invece viene offerto un discreto supporto a qualsiasi idea o scoperta che possa migliorare il controllo esercitato dall'ordine mondiale.
Nello specifico, questo vuole dire che tutti gli studi riguardanti nuovi armamenti e nuovi mezzi di locomozione sono destinati a ottenere il plauso e la sovvenzione dell'Ordo Orbis. La scienza puramente nozionistica, invece, viene relegata al rango di semplice teologia al servizio della Lex Omnium, né viene tollerata alcuna teoria che ne contraddica i dogmi.
A tal riguardo, la scienza non viene vista come un qualcosa di completamente scisso dalle arti mistiche tanto sanzionate dall'ordine mondiale, e anzi non è infrequente che le invenzioni più sorprendenti siano frutto di un'applicazione combinata di tecnica e magia. Tuttavia, raramente tali invenzioni vengono autorizzate, e molto spesso il loro destino è quello di cadere nel dimenticatoio assieme al nome del loro incarcerato ideatore.
Per la maggior parte delle persone, l'impatto delle nuove scoperte scientifiche è limitato: se da un lato i fogli a stampa e i telai alimentati dall'energia vaporea sono ormai una realtà in moltissime isole, d'altro canto il governo mondiale è sempre stato bene attento a far sì che i cambiamenti introdotti da simili meraviglie non minassero l'ordine secolare imposto al mondo. Così, i mestieri, le occupazioni e le fatiche della gente comune sono cambiati a un ritmo decisamente inferiore a quello che si sarebbe potuto raggiungere senza tali limitazioni, e la produzione di ogni bene rimane ancora in larghissima misura artigianale.
L'unica eccezione a riguardo è rappresentata dall'Oderia Settentrionale: recentemente, tale isola ha deciso di fare del progresso scientifico il suo punto di forza e, grazie al patrocinio del Consortium Mercatorum, ha avuto i mezzi e l'autonomia per farlo. Le menti più brillanti sono state invitate a raggiungere l'isola, trasformando Vectorian e le altre principali città in qualcosa di mai visto prima, vasti complessi abitativi dove svettano palazzi di parecchi piani, riscaldati dall'energia vaporea e dotati di acqua corrente, dove il fumo delle ciminiere ricopre i cieli delle zone industriali e dove hanno origine le più moderne meraviglie della tecnica.
Ma, nelle altre isole, i progressi fatti a Vectorian sfumano fino a diventare leggende a cui ben pochi credono.

Viaggi e rotte commerciali
I viaggi via mare costituiscono il tipo di spostamento più frequente nel mondo; persino quando si tratta di spostarsi fra due punti della stessa isola, la maggior parte delle persone preferisce viaggiare via mare. Di fatto, soltanto le isole più grandi hanno sviluppato una rete stradale degna di tale nome per collegare le diverse zone dell'interno.
In tutte le altre regioni del mondo, sono le rotte marittime le vere strade; il loro numero è elevatissimo, e le varianti a una singola rotta spesso sono ignote anche ai navigatori più esperti. Ma il numero delle rotte principali è comunque limitato, e di facile comprensione per i più.
La più antica fra le rotte è la cosiddetta Vecchia Via, la rotta commerciale che collega fra di loro tutti i principali porti del Vecchio Mondo. Praticata e raffinata dal Consortium Mercatorum per secoli e secoli, è stata perfezionata in modo da prevedere scali in porti distanti non più di 500 chilometri l'uno dall'altro, con l'eccezione delle isole ribelli di Ardania, Skannort e Aighept.
Altrettanto antica è la Rotta degli Schiavi, che dall'Aighept meridionale raggiunge le Isole Vergini distanti più di 5000 chilometri e quindi torna indietro senza praticamente alcuno scalo intermedio.
Una rotta più recente ma sicuramente molto fortunata è la Via di Oderio, una variante della rotta usata dal famoso navigante per raggiungere l'Oderia. In origine collegava i porti più occidentali dell'Erania con le isole nel golfo dell'Oderia, percorrendo in totale circa 8000 chilometri senza nessuna possibilità di scalo; attualmente, la rotta è stata corretta in modo da raggiungere prima Vectorian, riducendo di circa un terzo la distanza da percorrere per attraversare il Mare di Oderio, e da inserire solo dopo gli scali nelle altre regioni dell'arcipelago. In totale, la rotta attuale percorre circa 9000 chilometri, ma con molte più tappe intermedie.
La Rotta Dabhatiana è invece solo parzialmente basata sul percorso originale di Tullio Voltae: parte sempre da Aeletiae, ma grazie alla messa in sicurezza dello stresso di Pons non richiede nessuna pericolosa deviazione meridionale. Raggiunge Simhopura dopo aver percorso quasi 10000 chilometri, e da qui può o proseguire per altri 300 nel porto di Kalanagari, oppure percorrere altre due migliaia di chilometri per toccare tutte le principali isole della Dabhani.
La rotta che dalla Dabhati porta all'Oderia presenta invece relativamente poche varianti, se non nei suoi ultimi scali; è prassi comune che, partite da Simhopura, le navi attraversino il Mare di Coquer facendo quanti più scali possibile fino a giungere, dopo più di 15000 chilometri, nei porti oderiani più occidentali.
Talvolta, queste tre rotte vengono percorse assieme dalle navi mercantili più imponenti, percorrendo quello che viene chiamato Cursus Magnus.
L'ultima rotta attualmente più praticata, invece, gode di un nome molto meno altisonante: si tratta della Nuova Via degli Schiavi, che parte dall'Oderia per raggiungere le Isole Vergini percorrendo circa 6500 chilometri.

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