sabato 4 novembre 2017

Il sogno e l'illusione

Penso che lo si possa definire, per quel che mi riguarda, un esperimento: un'ispirazione estemporanea, senza un preciso perché, una sovrapposizione di ricordi felici in qualcosa di diverso, quasi l'essenza dello stare bene in coppia.
Un ricordo fittizio, costruito ad arte dalla memoria. Assieme a quel pensiero sono nati, in forma più o meno definitiva, il primo e gli ultimi due versi, "i sogni sono soltanto/una mistura di ricordi"; sono passato da "sono" a "sono" per far sì che la struttura ritmica finale dei due versi corrispondesse, e ho voluto mantenere "una mistura" perché, al parlante sardo, richiama "ammistura", la voce corrispettiva in lingua, che viene usata molto più dell'italiano "mistura" e con una valenza più negativa, un miscuglio disordinato che vale meno della somma delle parti. Tanti ricordi che si perdono in un non-ricordo, quindi, una non-felicità.
Ma, per quanto fasullo, il non-ricordo è un ricordo che, nel suo piccolo, è lieto, quasi che bastasse a se stesso. Perciò eccola, una poesia con due finali. Quale è più vero? Non lo so.




Ridevi, ti abbracciavo, mi amavi,
Ero contento, e non vedevo niente
A parte noi, felici, in quegli istanti.

L'amore ama l'amore, e non gli importa                   I sogni son soltanto
Di null'altro.                                                           Una mistura di ricordi.



Nessun commento:

Posta un commento