mercoledì 29 maggio 2013

Satirizzando il fanatismo internettofilo

Presumo che tutti ne conoscano almeno uno: un individuo, giovane o di mezza età, che si professa ateo o agnostico (bene!), razionale (bene!), e che si beve qualsiasi boiata trovi su internet ('spetta, 'spetta, cosa?) solo perché su internet l'ha trovata.
Ora, sarò cattivo io, ma una persona del genere mi sembra solo l'ennesimo tipo di bigotto, che semplicemente ha scelto il web come proprio testo sacro. All'atto pratico, il senso critico con cui si approccia ai suoi siti di riferimento è lo stesso con cui un fanatico religioso si approccia al testo della sua fede.
Si potrebbe sostenere che credere al web è meglio che credere a un libro vecchio e bacucco, che il webbeddemocratico, che il web loffallaggenteccomenoi; potresti, lettore, ma (permettimi di citare un grande autore comico) queste sono balordaggini, e lo sai anche tu: buona parte dei contenuti che si trovano su internet sono creati da pochissime persone, con precisi interessi economici (se non altro volti a guadagnare il necessario per mantenere siti ben più grossi di questo mio miserrimo blog), e ancora peggio troppo spesso mancano di riferimenti precisi e di prove concrete.
Quanti sono i siti internet che si citano a vicenda per darsi reciprocamente autorità? E quanto è ridicolo? E' come se Marco e Luigi sostenessero entrambi che la terra abbia la forma di un castoro, Marco basandosi sull'autorità di Luigi e Luigi su quella di Marco. I nostri due castorofili verrebbero probabilmente internati, ma fra gli internauti è normale prendere per buono un ragionamento simile.
Il problema sta sempre là: la mancanza di senso critico che si ha nell'approcciarsi a un qualcosa, sia esso una fede religiosa, un ideale politico o un qualche mezzo di comunicazione; in effetti, fra internet e la televisione non passa una grossa differenza, con buona pace dei sogni di tanti rivoluzionari da poltroncina, pronti a cambiare il mondo con un click.
Ora come ora, in Italia c'è un recentemente smagrito partito, pardon, mo' vi mento, che su questo approccio fideistico al web ha costruito la sua fortuna; e fa specie vedere amici assolutamente atei agire come bigotti seguaci del miliardario omicida padre-padrone di tale gruppo. Ma anche sul versante opposto trovo tanti amici che, pur ridendosela sia del bigottismo religioso, sia del bigottimo sgrulleggiante, sono comunque pronti a credere a qualsiasi fesseria sia scritta sui loro siti di riferimento, anche contro ogni possibile parere di un vero esperto.

Questa breve satira è dedicata proprio a una di tali persone.


Quanto mi sembri ridicolo, amico
Che parli e ti scaldi
Senza sapere. L'ho letto, mi dici,
Sul web, non ti serve
Niente di più che quest'ipse lo dixit.
Che importa cercare
Prove, che importa indagare le fonti,
Avere un parere
Proprio, se tanto ti basta spulciare
La rete e trovare
Qualche sentenza sputata a casaccio,
Ornata e tirata a
Lucido usando retorica spiccia, a
Far presa sui grulli?
Dico davvero: non serve adorare un
Cadavere in croce, un
Fuoco di sterpi, una qualche trimurti o
Un qualche altro dio,
Questo non è necessario per esser
Bigotto. Ti basta
Sceglierti un qualche maestro assoluto
Al quale ubbidire, al
Quale prestare un ascolto costante
Spegnendo il cervello. E
Tu, come sembra, da pesce un po' tonno,
Hai scelto la rete.

Nessun commento:

Posta un commento