venerdì 6 agosto 2010

Un bel poemetto

La settimana scorsa è stata dedicata totalmente e unicamente al riposo e al modellismo, ma questo martedì ho avuto l'ispirazione per creare di nuovo qualcosa di corposo.

La forma metrica è quella ormai tipica dei miei ultimi lavori, endecasillabi a ritmo dattilico, in questo caso organizzati in quartine. Tramite l'inserimento di un ritornello facilmente orecchiabile ho cercato di dare il tono d'una ballata al componimento.

Il tema del poemetto vorrebbe essere fantastico, e presenta molti riferimenti a varie tematiche e opere fantasy.

Ho cercato, chiaramente, di dare al tutto un valore più universale dell'essere semplice evasione. Spero di esserci riuscito.


Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Fredda, una luce splendeva nel buio;
Rigide stelle marcavano il corso
Delle battaglie, ed intanto accorreva
Cupo il dolore, affilando il suo morso.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Molti i campion, d'ogni parte vocati.
Grandi massacri, le stragi insensate
Erano sorte, compagne ai dannati,
Quando le faglie si fur spalancate.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Faglie sul cuore di tenebre oscure,
Come tumori nei cuori mortali,
S'erano aperte portando sciagure
Empie, una guerra che mai ebbe uguali.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Giunsero poi dalle faglie dannate,
Come dei feti abortiti dal male,
Neri gli araldi, le forze elevate
Oltre ogni modo, nessuna morale.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Forti, le braccia recavano morte,
Senza rimorsi annientavan nazioni.
Solo era salvo chi aperte le porte
Tutto s'offriva alle lor perversioni.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Quale d'un nembo di tenebre l'ombra
Buia ricopre di sagome cupe
Terre, e una valle di vita fa sgombra,
Tale era il mondo, qual preda alle lupe.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Lupe crudeli nei loro ululati,
Eran le stirpi dei molti seguaci
Giunti agli araldi da tenebra nati
Come scherani crudeli e rapaci.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Pure, non tutti allor strinsero l'armi
Quale masnada del cancro profondo
Né, questo è certo, mai posso scordarmi
Della grandiosa riscossa del mondo.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Chi disperato cercando vendetta,
Altri volendo soltanto aiutare
Quanti soffrivano in terra negletta,
Molti allor giunsero il mondo a salvare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Dura battaglia, crudeli i nemici:
Pallida e spenta, speranza sfumare
Quasi sembrava in quei giorni infelici.
Pure, non smisero mai di lottare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Risero, prima, gli araldi tiranni:
Nulla, si disser, ci possono fare.
Venne poi il tempo, coi mesi e con gli anni,
Nostro, e i tiranni facemmo tremare.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Passo per passo ripresa è la terra.
Vengon respinti i gran soggiogatori
Quando anche i giusti si infiammano in guerra.
Forti, essi avanzano, liberatori.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Fino a quei cancri di tenebra oscura
Donde son nati ricacciano gli empi,
Sì che la terra ritorni a esser pura,
Sì che mai più si rivedan tal scempi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Chiusa ecco infine ogni faglia dannata;
Morti gli oscuri, son liber gli oppressi.
Gioia per molti, la tenebra è andata,
Pure gli eroi non saran più se stessi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Empia, la guerra ha corrotto i soldati:
Essa richiama al massacro il cuor loro,
Sembra lor spingere ai gesti passati
Degli aguzzini, non lascia ristoro.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Sanno i campioni che cosa hanno dato:
Persa è purezza, il coraggio non vale,
Ogni campione sa che è condannato.
Rende la guerra ogni uomo animale.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Dunque, essi vanno in ritiro dal mondo.
Grande è il dolore, svaniti gli eroi.
Pur, v'è conforto al dolore profondo:
Resta ancor forte il messaggio, arde in noi.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

Questo dovere, fratelli, ci è dato:
Nostro dover raccontare la storia,
Fare che al mondo non venga scordato
Quanto è accaduto, servarne memoria.

Quelli eran gli anni dei tempi nefasti,
Pochi ricordi ne sono rimasti.
Trema chi sa, le celate memorie
Sfumano ormai nelle pallide storie.

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