lunedì 14 dicembre 2009

Di nuovo archeologia poetica

Oggi, causa carenza d'ispirazione nella scorsa settimana, vi propongo una sola poesia recente; si tratta di quella che penso possa essere la conclusione di un periodo non brutto, ma sostanzialmente triste, che ho vissuto di recente.
La seconda, invece, risale a qualche tempo fa, ed è un lavoro un po' più scherzoso.

Sto arrivando a capire molte cose,
Finalmente, e forse perfino
Ad accettarle. Colui che rispose
Con tanto astio al suo destino
Ormai se n'è andato: resto io solo,
Immerso fra i cocci dei miei
Sogni infranti, caduti dopo il volo
Che ci rese pari agli dei.
Ma nella rovina mi scopro privo
Di lacrime. A lungo ho pianto,
Sino quasi a non sentirmi più vivo,
Ed ho affidato spesso al canto
Questi pensieri, quasi che potessi
Così liberarmi di loro.
Solo accettando, vivendo con essi
Ho imparato ad aver ristoro.



Chi di giunger prima non vede l'ora
Va dritto in braccio alla Nera Signora.
Chi si consuma con fretta incalzante
Non si godrà mai il suo tempo restante.
Chi sostiene che il tempo sia denaro
Scoprirà che lo deve pagar caro:
Per ogni istante che avrà risparmiato
Un attimo di vita andrà sprecato.
Vivi con calma, se vuoi darmi ascolto:
Così nulla di tuo ti sarà tolto.

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