sabato 6 dicembre 2014

Croniche pentadiendiare: pantheon dell'ambientazione di gioco

Se va tutto bene, entro 1-2 sessioni, 3 al massimo, i personaggi della mia campagna di D&D dovranno avere a che fare con l'ambiente sacerdotale, il che vale a dire: devo sbrigarmi a mettere su carta o quantomeno su file i nomi delle varie divinità che da tempo mi frullano in testa.


Le divinità, badate bene, non i nomi. Alla fine, per questi ultimi, mi sono deciso a fare una cosa molto semplice ma d'effetto: unire un termine sanscrito col suo corrispettivo (più o meno, eh!) greco, tirando fuori dei nomi tutto sommato interessanti.
Inoltre, dato che nella mia ambientazione l'elfico corrisponde al sanscrito e in qualche modo ci ficcherò dentro anche il greco (forse come elfico moderno? Uhm, la cosa è allettante), i nomi avranno un loro perché.

E così ecco le descrizioni degli dei che userò nella mia ambientazione, quella che ruota attorno all'Arciducato Di Aquavernalis. Ho premesso un breve testo introduttivo, dal quale trapelano alcuni aspetti della ambientazione e della storia pregressa che ho in mente (oltre che le fonti di ispirazione a riguardo, Legacy of Kain e romanzi di Moorcock su tutte).
Ci sono anche alcune note interessanti riguardo alle classi dei personaggi, note che in seguito spero di poter espandere meglio.
Per ogni divinità ho fornito un allineamento, tenendo a mente una cosa: non appena mi arriverà la Guida Del Dungeon Master inizierò a giocare senza gli allineamenti, che d'altro canto ora sono finalmente qualcosa di molto meno stringente che non nei passati D&D. Perciò prendeteli, anche qui, come linee guida: un dio buono non sarà buono e stupido, e anche un dio malvagio potrà essere benevolo di tanto in tanto.



Introduzione

La storia del mondo, dicono i saggi, è scandita dai Cicli Divini: ogniqualvolta il precario equilibrio fra Legge e Caos su cui si regge l'esistente viene posto in crisi, scatenando il predominio incontrastato di una delle due forze e ponendo fine a un pantheon, è destino che sorgano nuove figure di dei a ripristinare tale equilibrio.
Gli dei, dicono i teologi, sono e sono sempre stati unicamente nove, poiché nove sono le costanti del mondo di cui essi diventano guardiani e incarnazioni, proteggendole con il proprio potere mentre da esse stesse traggono forza. Ed è qui che sta la vera differenza fra i veri dei e le innumerevoli figure adorate da idolatri di varia razza e natura: un dio esiste di per se stesso, mentre invece tali idoli esistono solo in funzione dell'adorazione ricevuta, i poteri dei loro sedicenti miracolanti nulla più che poteri intrinsechi del mondo interpretati come doni divini.
Se un dio dovesse sopravvivere a se stesso, evitando il deicidio che necessariamente segue al venir meno dell'equilibrio, pure egli smetterebbe di essere una divinità: conserverebbe certo poteri e seguaci, poteri e seguaci ben superiori a quelli di qualsivoglia mortale o immortale, potrebbe perfino avere i suoi miracolanti, ma non sarebbe più collegato all'essenza dell'esistente, non sarebbe più uno degli dei. Tale, si dice, è stato il destino delle divinità draconiche sopravvissute all'Era del Caos Inarrestabile, e secondo alcuni studiosi alcuni dei sarebbero sopravvissuti perfino agli sconvolgimenti dell'Era della Legge Imperante.

I Nove Dei attuali appartenevano in origine alle diverse razze mortali, e alcuni di loro furono grandi sovrani e guerrieri; ma è molto difficile ora, a cinque secoli di distanza dall'Ascensione, distinguere la verità dalla leggenda: qualsiasi piccolo villaggio che risalga ai periodi antichi ha il suo memento, il luogo in cui sostiene che una divinità abbia sostato o compiuto qualche atto grandioso quando ancora camminava mortale fra i mortali.
La Chiesa Dei Celesti è l'ordine religioso in cui ben presto si costituirono i seguaci degli ascesi, e almeno in origine era guidata esclusivamente dai loro miracolanti; col trascorrere delle generazioni però la chiesa divenne sempre più una struttura di potere e sempre meno una organizzazione devozionale, e allo stato attuale delle cose sono pochissimi i miracolanti che appartengono all'ordine. Piuttosto, la Chiesa Dei Celesti fa largo uso di coristi, individui addestrati a compiere parvenze di miracoli cantando gli inni sacri dei Nove Dei.


Khamouranos
Il Dio Del Cielo, il Padre Celeste, il Sovrano
Allineamento: Legale Buono Domini: Guerra, Luce, Tempesta Simbolo: un rombo inscritto in un cerchio

“Che il Padre Celeste ti fulmini, te e tutti i briganti del tuo calibro!”

Khamouranos è uno degli dei più riveriti, poiché sotto la sua egida sono posti i sovrani, la legge e gli eserciti. Egli è il simbolo dell'autorità giusta, l'autorità che protegge e punisce con discernimento e senza operare discriminazioni né compiere ingiustizie.
Si dice che in origine fosse un umano, ma i nani sono pronti a giurare che appartenesse alla loro schiatta, e oggidì è difficile capire quale delle due parti in causa abbia ragione. Ogni sovrano è nominalmente un suo adepto, così come sotto la sua protezione i devoni compiono ogni atto di governo. Egli viene anche invocato dalla gente comune in bisogno di giustizia, e si ritiene che dall'alto del cielo da cui trae il suo potere egli veda ogni gesto e ogni misfatto dei mortali, dispensando premi e punizioni secondo i tempi della legge divina.

Samudrahals
Il Dio Del Mare, il Benevolo, il Signore Delle Correnti
Allineamento: Neutrale Buono Domini: Natura, Tempesta, Vita Simbolo: tre onde marine stilizzate

“Da cosa ci protegge il Benevolo? Figliolo, hai mai sentito parlare degli orrori che si annidano negli abissi marini?”

Nessuno è devoto a un dio quanto i marinai sono devoti a Samudrahals, poiché il Signore Delle Correnti assiste e protegge quanti si trovano per mare, guida le loro navi in porti sicuri e tiene lontani i mostri inumani nascosti nei fondali più oscuri. Se con l'alto numero di pericoli che si corrono durante una navigazione la maggior parte delle navi raggiunge la propria meta è soprattutto grazie al Benevolo, o almeno così dicono i marinai più saggi e meno tracotanti: poiché chi ripone la propria fede solo nella propria ciurma scoprirà ben presto che contro una tempesta non c'è nulla che anche il miglior marinaio possa fare.
Le razze marine adorano parimenti Samudrahals, come fanno quanti vivono in località costiere. Si ritiene che anche i fiumi e i laghi, le cui acque finiscono prima o poi per confluire nel mare, siano poste sotto il suo controllo e la sua potestà. Ed è dall'acqua che nasce la vita.

Chandraselasna
La Dea Luna, la Vergine D'Avorio, la Madre Luna, la Megera Della Falce
Allineamento: Caotico Buono Domini: Inganno, Luce Simbolo: un cerchio o una falce di luna

“Radiosa Madre Luna, benedici il nostro amore, prediletta del Sole.”

La Dea Luna è una delle divinità più poliedriche e volubili, ma anche una delle più adorate. Come Vergine D'Avorio è la protettrice delle donne, la guardiana delle fanciulle e dei loro sentimenti puri e innocenti; come Madre Luna è colei che benedice matrimoni e unioni, colei che facilita il travaglio e lo rende facile come il suo sorgere ogni mese; come Megera Della Falce, infine, è la maestra della magia, l'ingannatrice suprema che trae diletto dai scherzi e facezie.
Si dice che tutti gli dei siano stati in passato i suoi amanti, per questo è a lei che gli innamorati levano le proprie preghiere.

Rakshaphylax
Il Custode Dell'Oltretomba, il Paziente, il Guardiano Dei Defunti
Allineamento: Legale Neutrale Domini: Conoscenza, Morte Simbolo: un teschio umanoide

“Ogni essere andrà a morte, perfino gli dei vengono abbattuti dai fati. La morte fa parte dell'ordine naturale delle cose, non c'è malvagità o perfidia nel Custode dell'Oltretomba.”

Ogni uomo deve morire, questa è una verità assoluta. Perfino i draghi e i giganti, che sono potenti, col passare dei secoli vanno incontro a questo destino. La morte è necessaria affinché una nuova vita possa fiorire, e gli spiriti dei morti devono essere accompagnati all'oltretomba in modo che né siano loro un pericolo per i mortali, né le mille insidie soprannaturali che si annidano negli angoli più oscuri dell'esistente possano rapire e pervertire le anime dei deceduti.
Sotto la guida di Rakshaphylax gli spiriti dei morti si purificano per le loro successive vite e incarnazioni, ed egli è un guardiano inflessibile ma giusto: ha ben poca tolleranza per le perversioni non morte, se non quando il loro utilizzo è funzionale a scopi più alti. Egli tuttavia non punisce le malvagità, né ripaga le buone azioni; altri dei si occupano di ciò, egli è semplicemente il Custode Dell'Oltretomba.

Munisophron
Il Dio Dell'Equilibrio, l'Osservatore, il Saggio
Allineamento: Neutrale Domini: Conoscenza Simbolo: un occhio stilizzato

“Dice il Saggio: siamo tutti legati ai cicli dell'Equilibrio Cosmico, ciò che accadde accadrà.”

Ben pochi fra la gente comune riveriscono Munisophron, eppure ogni studioso si considera in qualche modo un adepto del Dio Dell'Equilibrio. Suo è il compito di vigilare affinché né la Legge né iL Caos assumano anzitempo un ruolo preponderante, ma sempre suo sarà il dovere di porre termine alla propria esistenza quando un nuovo ciclo divino dovrà compiersi; come è accaduto in passato così accadrà di nuovo.
Nel frattempo, l'Osservatore resta il patrono prediletto da quanti si approcciano con distacco al sapere per il sapere, il nume tutelare di molti maghi e il dio in nome del quale molti asceti elfici compiono i propri rituali. I suoi miracolanti e sacerdoti hanno un'aura di serafico distacco attorno a loro, che spesso contribuisce ad allontanarli dalla gente comune.

Bhughea
La Madre Terra, Madre Natura, la Vergine Dei Boschi, la Spietata Vegliarda
Allineamento: Caotico Neutrale Domini: Natura, Vita Simbolo: una circonferenza con il segno di quattro artigli

“Madre Natura regola i cicli di vita e nascita, ma senza benevolenza e spietatezza; che una razza prosperi o si estingua per lei è indifferente: i nostri piccoli drammi sono nulla per lei.”

La natura non è fatta a misura d'uomo, né in funzione di qualsivoglia altro vivente; questo è l'insegnamento fondamentale di Bhughea, l'indifferente Madre Natura. Ella è la signora della fertilità e dei campi come delle bestie selvagge, invocata e nel contempo temuta poiché le sue leggi non conoscono né benevolenza né indulgenza. Come Vergine Dei Boschi è la dea dei cacciatori e delle prede, e dei cacciatori che diventano prede, mentre nel suo aspetto di Spietata Vegliarda è colei che porta la vita a compimento con tutti quei morbi e afflizioni che della vita stessa sono parte.
Le vie di Madre Natura vanno comprese e accettate, sapendo che la propria condanna a morte è sancita col primo vagito, avendo coscienza di come gioia e dolore siano parimenti ineluttabili.

Suryahelios
Il Dio Del Sole, il Punitore, il Dispensatore Di Vita E Morte
Allineamento: Legale Malvagio Domini: Luce, Morte, Vita Simbolo: una circonferenza raggiata

“Il sole alimenta la vita, ma è rapido a dare la morte. I doni del Punitore possono essere letali.”

Si dice che prima dell'Ascensione Suryahelios fosse un umano originario delle desertiche zone vicine all'estremo nord, e in effetti per un abitante delle regioni più fredde sarebbe difficile interiorizzare la violenza che può significare in certi climi l'esposizione al sole.
Esso, in un certo senso, è di per sé un grande sovrano inflessibile: senza di esso la vita non potrebbe esserci, ma nel contempo può opprimere i mortali e le piante fino a strappare da essi ogni vita. Va sempre onorato, e sempre bisogna tenerne conto, poiché grandi sono i suoi doni; devono essere i viventi ad adattarsi al sole, poiché il Dispensatore Di Vita E Morte mai verrà loro incontro.
Tale è la via di Suryahelios, e tale è il motivo per cui viene adorato e riverito in numerosi riti dalle più disparate civiltà: non ci sarebbe raccolto senza di lui, e le malattie prospererebbero. E la sua luce è nel contempo la più grande arma contro i terrori della notte e del sottomondo, come contro gli abomini non morti.
Eppure il Punitore non è un dio benevolo; egli è, e basta.

Nishanyx
La Madre Notte, la Vergine D'Ebano, la Megera Oscura
Allineamento: Neutrale Malvagio Domini: Inganno, Conoscenza Simbolo: un rombo oscuro

“Madre Notte, signora dei segreti, matrona delle matrone, salve!”

La Vergine D'Ebano era un tempo un'elfa oscura, una potente incantatrice che si ribellò alla schiavitù nei confronti dei demoni e guidò buona parte della propria razza in una rivolta contro il precedente ordine sociale. Anche dopo la sua Ascensione sono tantissimi i drow che continuano a riverire Nishanyx, e nel contempo la sua adorazione si è diffusa anche fra le altre razze.
Sebbene non sia certo una divinità benevola, infatti, ella è la maestra di inganno e segreti, nonché la patrona di tutte quelle attività che si svolgono dopo il calare del sole. Come Vergine D'Ebano è la seducente sovrana delle passioni amorose, mentre è col nome di Madre Notte che la invocano i ladri e i congiurati; per i maghi più spietati e per i sapienti alle prese con misteri irrisolvibili, infine, ella è la Megere Oscura, colei che tutto sa e quasi nulla rivela.
Più di ogni altra divinità Nishanyx ha una pessima reputazione presso la gente comune, ma viene comunque riverita per il timore della sua vendetta.

Asimakhaira
La Custode, La Vergine D'Acciaio, la Madre Della Guerra, la Megera Massacratrice
Allineamento: Caotico Malvagio Domini: Guerra Simbolo: una spada stilizzata

“Poiché era la più benevola e altruista degli ascesi, si assunse il compito più ingrato affinché nessun altro dovesse farsi carico di tale fardello.”

Fra i Nove Dei Asimakhaira era in origine la più buona e altruista; campionessa del popolo degli elfi, liberatrice degli schiavi, impareggiabile guerriera che non bramava la morte dei nemici ma pure la dispensava poiché tale era il suo dovere, era amata e benvoluta dai suoi pari. Di certo solo lei sarebbe potuta diventare dopo l'Ascensione la Custode dell'Esistente, la linea difensiva di dei e mortali contro ogni minaccia esterna. Tuttavia era parimenti necessario che qualcuno fra gli immortali custodisse l'arma più potente del Caos, quella spada che da sola aveva posto fine all'esistenza degli dei precedenti.

E così Asimakhaira si sobbarcò tale onere, vedendo la sua natura pura corrotta dalla malvagità della spada pur di non imporre ad altri tale cupo destino. Ora ella è la patrona di ogni guerra e di ogni combattimento. Come Vergine D'Acciaio è l'inarrivabile soldatessa, la più crudele dei guerrieri, una presenza oscura in ogni grande battaglia; come Madre Della Guerra è invece il nume tutelare dei combattenti, colei che sussurra all'orecchio dei generali e che guida quanti votano il nemico al massacro. Ma è come Megera Massacratrice che viene maggiormente temuta, poiché è lei a decidere chi uscirà vincitore dal campo di battaglia e chi, invece, verrà riportato a casa sul proprio scudo o affidato a cani e uccelli affinché banchettino sul suo cadavere.

2 commenti:

  1. molto bello.... complimenti

    e poi stamattina mi sono giusto gustato un ELRIC il trono di Rubino in edicola per i tipi di mondadori per cui :) :) :)

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    1. Grazie! :)
      I fumetti di Elric però non mi prendono, non so che farci. :/

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