domenica 26 febbraio 2012

Versi per la laurea

Ho composto questi versi circa una settimana fa, qualche giorno prima della mia laurea. Sarebbe stata mia intenzione metterli on line il giorno stesso, ma fra un impegno e l'altro, complice l'influenza, il tutto è slittato di molti giorni.



Dioniso, al quale un tempo molti versi
Ho dato come dono, rubicondo
Signore, prole eccelsa e gran beone,
Patrono mio adorato e caro, salve!
A breve, sai, dovrò discuter tesi,
E tu ne sei soggetto in qualche modo.
Difatti parlo lì del bomolochos,
Buffone greco e tu, Dioniso caro,
Sei spesso quel buffon del qual ho scritto.
Ricordi ancora quando in versi grevi
Di mille doppi sensi sconci e sporchi
Venivi celebrato in Grecia antica?
Si basa infatti questa tesi sulla
Commedia scritta avendo qual soggetto
Il tuo discender giù nell'Ade, un tempo,
Per riportare in patria un gran poeta.
Ben poca lode, ahimè, ti posso offrire
Con questa tesi qui, Dioniso bello:
Ben poca cosa ho scritto. Eppure l'offro
A te, pancione caro, a te signore
Dell'arte dei teatri e del buon vino
E del governo al popol tutto dato.
Ti prego, dammi aiuto come puoi, e
Concedi a me, che t'ho lodato in versi,
Quei doni lieti e grati e molto amati
Pei quali adesso levo questi fiati.

lunedì 20 febbraio 2012

Caratteristiche alternative per La Marca dell'Est

Dopo troppo, troppo tempo, ritorno finalmente a pubblicare qualcosa per un GdR.

Trattasi di un paio di rapide regole realizzate per La Marca dell'Est, un retroclone molto interessante di origine spagnola che è stato recentemente tradotto in Italiano (qui il link al relativo blog).

Queste regolette hanno lo scopo di introdurre nel gioco in questione il "feeling" che le caratteristiche dei personaggi hanno sviluppato in edizioni di D&D successive a quella su cui il retroclone è basato.
L'operazione non è molto "filologica", ma spero che risulti almeno divertente.

Caratteristiche La Marca Dell'Est

sabato 18 febbraio 2012

Haiku d'un inverno gelido

Avevo scritto questi haiku fra la la fine di gennaio e i primi di febbraio, e avevo deciso di dedicarne uno a ciascuno degli animali di casa. Purtroppo, l'inverno ha reclamato la vita d'uno dei miei due gatti, un micio sempre malaticcio ma che fino ad ora era uscito indenne da dieci anni di vta.
Perciò ho scritto altri due haiku dedicati alla sua memoria; penso che sia facile riconoscerli.


Piove sul verde;
Le lacrime di gioia
Del padre inverno.

Grigio, flessuoso,
Soffri il male del gelo. I
versi, un sussurro.

Fragile cosa,
Tu resisti, spavaldo.
Ancora un anno.”

Non più la luce:
Sotto le stelle fredde,
Spentosi al gelo.

Morto di morte
Fredda, vita vissuta
In spregio al cielo.

Salti, carezze
La pioggia; tu non temi
L'umido vento.

Brilla la terra,
Come un velo la copre
Pioggia lucente.

Candide, piovve
Lacrime il cielo grigio,
Freddo assassino.

Erbe palustri,
Steli bianchi sul lago
Bianco d'azzurro.

Schizzi di verde
Che sull'ocra ingiallito
Gridano: “Inverno.”

domenica 12 febbraio 2012

Una poesia in sospeso per mesi

Prima di venir completata una decina di giorni fa, questa poesia è rimasta incompiuta e "in sospeso" per circa due mesi.
Non sono ancora pienamente soddisfatto di quel che ne ho tirato fuori, principalmente perché alla fin fine son cambiate le sensazioni che ci stavo "mettendo dentro".
Magari potrete apprezzarla più di quanto non faccia io.


Quanto per gli altri è soltanto un sussurro,
Lo sento gridare
Come la furia d'un demone dentro
Di me. Nelle cose
Note del vivere nostro, io scorgo
Gli ambrati riflessi,
Caldi di mille pensieri e speranze,
Dei sogni dell'uomo.
Provo emozioni diverse da voi, che
Strisciate la vita
Sempre sull'oggi, ignorando i rintocchi
Di ieri, voi ciechi ai
Voli sottili nei quali risplende il
Domani, voi ignavi
Verso quei sogni nei quali saggezza
Dimora, voi stolti,
Sempre convinti dell'essere in giusto,
Voi saldi nel nulla,
Vuoti di mente e morale, voi tutti
Dall'animo spento.
Vivo nel dubbio, incertezza è compagna
Fedele, la sola
Forse che possa accettare, accettarmi.
Ma ditemi adesso:
Siete sicuri di vivere voi per
Davvero? Pensate
Quello che fate, tirare a campare, al
Piacere ed al nulla,
Essere degno d'un uomo? Sprecate
La vita campando,
Quasi che foste dei porci votati al
Macello, ignorando
Cosa potreste provare se solo,
Scopertivi umani,
Foste disposti a donarvi a quei dubbi
D'incerto sentire,
Dolci ricordi dell'oggi sognato,
Nei quali si perde
Sempre la mente che, libera, vaga
Sperando e soffrendo.

martedì 7 febbraio 2012

Dopo un mese, il ritorno

Sì, è stato più di un mese in effetti, ma era una pausa necessaria: dal 26 di dicembre fino al 26 di gennaio, infatti, sono stato impegnatissimo con la stesura della tesi. Solo nell'ultima settimana ho trovato il tempo di riprendere in mano qualche poesi lasciata in sospeso, e solo oggi ce la faccio nuovamente ad aggiornare il blog. E non preoccupatevi: ho materiale pronto per almeno altre due settimane.

La poesia di oggi è stata scritta nel giro degli ultimi cinque giorni, e trae spunto da un incontro, stavolta deliberato, che ha in qualche modo riaperto vecchie ferite e vecchi ricordi.


Piove. Spalancano i cieli le nubi
E freddo di goccia un
Manto ricopre ogni cosa di specchi
Gelati. Mi scopro
Arido, privo del fuoco bruciante
D'un tempo, perfino
Privo del gelo che prese il suo posto.
Nei campi, sui prati,
Cresce a rigogli un'erbetta sottile;
Nei monti lontani
Cade la neve gelata, la vita
Si copre di morte. E
Pure, nell'animo mio, lacerato in
Passato, non svetta il
Verde dell'erba, e neppure, coperto
Di candida neve,
Dorme il silenzio d'un sonno di morte.
Ma tristo, provato
Lungo la vita da molte ferite,
Dolente e confuso,
Simile sono nell'animo al suolo,
Seccato e dissolto,
Dove la vita non cresce, portata
Da piogge gentili,
Dove la neve non stende alcun manto
Di candida morte,
Dove la terra riarsa dal sole
Non coglie le gocce, e
Scioglie ogni brina mordendone il cuore
Con fesso calore.
Sono il deserto, la pace dei sensi un
Miraggio crudele.