Ho iniziato a scrivere questa poesia qualche giorno fa, ispirato dal plenilunio d'ottobre.
Mi è servito qualche giorno per completarla, e ancor più tempo per raffinarla, ma ora sono abbastanza soddisfatto del risultato ottenuto. Da un lato, è forse la poesia più colma di citazioni che abbia mai scritto, dall'altro esprime appieno quel che provo; ho cercato, nell'ultima parte, di far risaltare lo scarto fra sentimenti passati, provati verso "quella" dietro a cui ho perso tanto tempo, e i sentimenti attuali e inespressi nei confronti di una "lei", reale o irreale che sia (non ne son troppo sicuro neanche io, alla fin fine).
Timido, alzando lo sguardo, di nuovo
Stanotte osservavo
Piena la luna brillare nel cielo
Di luce riflessa,
Colma dei canti di saggi e gitani,
Poeti ed amanti.
Tu, che dispensi conforto ai delusi,
Speranza agli oppressi,
Ora mi doni soltanto una lieve
Tristezza profonda.
Conto le lune trascorse da quando,
Per l'ultima volta,
Questo bel volto radioso portava al
Mio cuore d'amante
Dolce il ricordo d'un viso, d'un nome
Che caro tenevo.
Tredici lune vissute da solo,
Da troppo consumo
Tutto me stesso in angoscia, cercando,
Sperando che forse
Venga a lambirmi con dita di rosa,
Con voce di miele,
Qualche fanciulla da fiaba, intessuta
Di sogni, irreale
Come quei versi che scrivo, pensoso,
Qualora mi prenda,
Flebile, un fiato soltanto d'amore.
Potrebbero forse,
Penso, quei fiati mutarsi in scirocco,
Portandomi verso
Isole colme di pace, le vele
Spiegate dal sogno.
Questo mi porti, amoroso, a sperare,
Mia candida luna,
Mentre risplendi, e ricordo di quando
T'ho vista, in passato,
Nascere e farti di falce sottile,
Da solo, da sempre.
Anche in passato, anche quando intessevo i
Tuoi raggi di versi
Scritti per quella che avevo nel cuore,
Crudele e lontana,
Ero da solo, consunto nel dolce
Sentire che quella
No, non provava, bruciato dal fuoco i-
Gnorato da quella.
Resta la cenere appena, vestito
Da asceta; per questo
Temo di dare di nuovo una voce al-
L'amore inespresso,
Temo che un altro rifiuto mi possa
Ferire, che ancora
Possa soffrire un amore provato
E mai corrisposto.
Dunque, mia luna dal volto divino,
Per quanto mi strugga
Anche soltanto a guardarti, a sentire
Cadenze soffuse
D'arte e d'amore risplendere assieme
A te sulla fredda
Terra, per quanto nell'animo brami
D'avere il coraggio,
D'esser capace d'esprimere quello
Che provo a vederti
Luna, a dipingere lei sul tuo volto,
Vi ammiro in silenzio:
Taccio, e consumo l'amore in un pianto
Nascosto, sofferto.