Questa poesia è un notturno, scritto in distici, al quale ho voluto dare un vago senso di inquietudine, per quanto vista nella giusta chiave di lettura l'angoscia a cui si fa riferimento si riveli essere nulla di più che un micio in caccia.
Lungo il sentiero le tracce d'un gatto,
Sull'erba una macchia
Nera di sangue, che quasi scompare
Nel buio, al tramonto.
Tenebre: ancora la luna non sorge
Quest'oggi, e ci lascia
Soli davanti all'inquieto presagio
D'orrore imminente.
Certo qualcosa, non visto, si cela
In mezzo alle fronde
Scure degli alberi freddi, in agguato:
Le stelle, lontane,
Brillano troppo distanti, la notte
Ci ammanta, ci scruta
Fredda con occhi fugaci di bestia
Sognata e temuta.