Ieri l'altro, di notte, mi sono trovato a stendere il bucato a mezzanotte meno venti; farà ridere, non lo metto in dubbio, ma è diventata un'occasione nella quale non speravo.
Perché nel silenzio quasi totale della notte (poi è arrivata un'automobile a turbare tutto e a rompere le scatole) si sentiva il rumore delle acque di un ruscello stagionale che scorre sotto casa, un fenomeno raro in questa zona della Sardegna, uno dei pochi risvolti positivi delle forti piogge di questi giorni che creano allagamenti e causano potenziali disastri. Il cielo era parzialmente sgombro di nubi, il tanto che bastava per vedere una falce di luna tanto radiosa da andare oltre il suo solito pallore.
E, mentre ero sporto dal balcone della veranda, ho parlato al telefono con la mia lei.
Appena sono rientrato in stanza mi sono buttato quasi di getto sul foglio, e questo è quello che ne è venuto fuori.
Appena sono rientrato in stanza mi sono buttato quasi di getto sul foglio, e questo è quello che ne è venuto fuori.
Al buio della notte solo tu
Nei miei pensieri, e nel cielo una falce,
Un filo d'oro. Ascolto in lontananza
La voce del ruscello. Un bacio, ancora
Un bacio, un bacio ancora.
Era un momento troppo bello per non immortalarlo in qualche modo, per non condividerlo con qualcuno.
Ne è saltato fuori un componimento breve, cinque versi appena: un endecasillabo tronco (che pone l'accento e l'enfasi sul "tu") seguito da tre endecasillabi canonici e da un settenario conclusivo che, con l'emistichio precedente, costituisce a sua volta un endecasillabo. Mi sembrava una clausola raffinata, ma ho esitato a pubblicare la poesia perché mi sapeva di qualcosa di già letto, temevo di averla inconsapevolmente copiata da qualche altra parte.
Alla fine, dopo qualche rapida ricerca, ho capito da dove proveniva: dall'Otello di Verdi, la prima (e una delle pochissime, non sono un estimatore del genere) opera lirica a cui abbia assistito. Incredibile pensare che qualcosa di simile sia rimasto nel sostrato della mia memoria per più di dieci anni. Ma, proprio per la sua provenienza, questa citazione non poteva che essere la clausola migliore per questa poesia.
Alla fine, dopo qualche rapida ricerca, ho capito da dove proveniva: dall'Otello di Verdi, la prima (e una delle pochissime, non sono un estimatore del genere) opera lirica a cui abbia assistito. Incredibile pensare che qualcosa di simile sia rimasto nel sostrato della mia memoria per più di dieci anni. Ma, proprio per la sua provenienza, questa citazione non poteva che essere la clausola migliore per questa poesia.
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