martedì 20 settembre 2011

Notturno

Questa poesia è un notturno, scritto in distici, al quale ho voluto dare un vago senso di inquietudine, per quanto vista nella giusta chiave di lettura l'angoscia a cui si fa riferimento si riveli essere nulla di più che un micio in caccia.



Lungo il sentiero le tracce d'un gatto,
Sull'erba una macchia
Nera di sangue, che quasi scompare
Nel buio, al tramonto.
Tenebre: ancora la luna non sorge
Quest'oggi, e ci lascia
Soli davanti all'inquieto presagio
D'orrore imminente.
Certo qualcosa, non visto, si cela
In mezzo alle fronde
Scure degli alberi freddi, in agguato:
Le stelle, lontane,
Brillano troppo distanti, la notte
Ci ammanta, ci scruta
Fredda con occhi fugaci di bestia
Sognata e temuta.

domenica 18 settembre 2011

Giambi di buon augurio

Ho iniziato a scrivere questa poesia mentre, in pullman, mi recavo a sostenere un esame con nel cuore la certezza di non passarlo.
Gli esiti, invece, sono stati migliori di quanto sperassi.
Perciò, mi piace pensare a questa poesia come una sorta di testo portafortuna, quantomeno per l'esame in questione: era relativo al greco, ed è proprio la poesia greca che mi ha ispirato interi passi di questo breve componimento.

Spero che vi piaccia.



Nel cielo, a stento, brilli, luna bianca,
Perduta in mezzo a quell'azzurro chiaro.
Rimani ancora un poco in questo giorno,
Donando a me, che scruto il tuo candore,
Sapienza antica e gioie fresche, pure,
Di quelle che dispensi quando, piena,
Risplendi sopra a questa nera terra.



domenica 11 settembre 2011

Haiku di fine estate

Col finire di agosto, sono finiti non solo i miei giorni liberi, ma anche le giornate indiscutibilmente estive, e l'ombrello è tornato un affidabile compagno di viaggio in un clima che può volgere da sereno a temporalesco nel giro di qualche ora.

E' stata una di queste piogge improvvise ad ispirarmi tali haiku.



E mentre ancora
Si danzava col sole,
Cadde la pioggia.

Biancorosati
Oleandri nel verde,
Grevi di pioggia.

Quasi carezza il
Dolce odore di pioggia
Ora che è terso.

Coprendo il mondo
Grigio di dolce poesia,
Cala il tramonto.

martedì 6 settembre 2011

Invettiva giambica

Il giambo era il metro dell'invettiva e, spesso accompagnato da un lessico alquanto scurrile e piuttosto vicino alla lingua parlata, ci ha lasciato opere che ben pochi profani penserebbero di veder classificate alla voce "letteratura".

Questa breve invettiva d'occasione, volutamente esagerata come si conviene al giambo, è una erede diretta dei giambi di questo tipo.


È gonfio e tronfio e brutto e basso e grasso,
Si veste qual soldato, o forse quale
Idiota, avendo stivaloni grezzi
E verdi pantaloni e maglia truzza.
S'atteggia quasi fosse un nuovo Pico
Mirandolino, o conte a Recanati,
Per quanto sia lui molto poco colto,
E sembri capra appena un poco parla.
Lui crede fermamente d'esser forte:
Si vanta spesso e narra coglionate,
Imprese immaginarie, degne solo
D'un folle, ché deliri sono, o forse
Di quanti pensan gli altri pirla e pronti
A bersi balle e stupidate varie.
Ignora forse che, volendo, gli altri
Gli posson render botte ancor più forti?
Ma tutti noi ci tratteniamo quando
Si è tra amici, e diamo colpi fiacchi;
Lui invece attacca sempre a forza piena.
O forse lui non pensa siamo amici?
Lo dica: in questo caso tutti quanti
Sarebber molto lieti, ed io con loro,
Potendo dargli trattamento pari
A quello che egli impiega in ogni istante,
E farlo bello e scaltro a suon di pugni!

domenica 4 settembre 2011

Distici amari

Un po' esagerazione, un po' riflessione, ecco a voi questo componimento, scritto ieri e rifinito oggi in piena crisi di sonno.


Spesso v'invidio, voi tutti che avete
Sul volto, negli occhi,
Calda la luce d'amore, le labbra
Baciate dal sogno.
Io non conosco le gioie di Vene-
Re, né del piacere a-
Lato le mille carezze. Mi struggo
Talvolta provando,
Puro, un amore infelice, che mai ri-
Pagato si spegne in
Ceneri grigie. Nessuna nel mondo
Mostrò mai d'amarmi.
Forse, mi dico, un destino beffardo,
Crudele, m'impone
Questo tormento: provare nell'ani-
Mo grandi passioni,
Senza però che nessuna ragazza
Ripaghi l'amore,
Senza che alcuna ragazza mi doni
Un palpito solo.

giovedì 1 settembre 2011

Gli ultimi haiku d'agosto

Nient'altro da aggiungere, spero solo che vi piacciano.


Le canne al vento
Si sbiadiscono lungo
I fiumi in secca.

E volge lesto al
Tramonto il giorno, adesso
Muore l'estate.

Piccoli istanti
Di pace e calma, luci
Lontane nel buio.

Fra le ombre tese,
Rarefatte dall'alba,
Trilli d'estate.

Api sul prato, un
Vento gentile spazza il
Colle, la vita.

Vento salmastro
Fra le rive d'un mare
Morto nell'afa.

Isole verdi, in-
Crespature leggere, il
Lago che brilla.

Grigio un gattino
Curioso, fra le tombe
All'albeggiare.

M'inebrio di vento,
Occhi serrati al sole
Di fine estate.