Ultimo lavoro modellistico in ordine di tempo è stato il drago di resina Bones (il cosiddetto "bonesium", materiale molto particolare) stampato dalla Reaver.
Perché materiale molto particolare?
Beh, con ordine:
- costa poco, davvero poco; del tipo che il pezzo in foto l'ho pagato, spedizioni comprese, sui 15 euro;
- è molto simile a una plastica "gommosa", quindi i dettagli sono molto poco pronunciati e le linee di fusione sono strutturali e difficilmente rimuovibili senza sputtanare il pezzo;
- non ha bisogno di primer né aggrappante, e tiene benissimo il colore anche se sottoposto a urti e trattamenti men che gentili;
- il colore, però, fa presa abbastanza difficilmente, e tende a rimanere sempre un pochino appiccicoso e lucido.
Miniature, insomma, "da battaglia", da buttare nella busta assieme ai token e non certo da bacheca di esposizione.
Nel dipingere il pezzo, quindi, non mi sono fatto troppi problemi nel portare avanti un lavoro veloce: colore base (marrone scuro), pennello asciutto di rosso per evidenziare le scaglie, dettagli (spuntoni, zanne, artigli, corna...) in ocra ripassato con pennello asciutto di avorio, lavatura con color terra, ultimi dettagli, e via.
Ad ogni modo, nel dipingere il drago ho cercato di renderlo rosso-non-rosso. Non certo perché non mi piaccia questo colore, o perché non lo sappia rendere (è uno dei pochi colori che so trattare in maniera decente), ma perché aborro nel fantasy il "color coding". Come sa già chi ha visto i miei goblin di cui al link, non sopporto il razzismo strisciante di un certo fantasy in cui il colore della pelle permette da solo di stabilire se la creatura sarà buona o malvagia, da risparmiare o da uccidere senza rimorsi. Così ho preferito un drago dai riflessi rossi, anziché totalmente scarlatto. Che ci posso fare: preferisco un fantasy gretto in cui egoismo, discriminazione e affini sono, molto più realisticamente, qualcosa di neanche tanto strisciante ma piuttosto diffuso e immotivato, dove non esistono "colori buoni" e "colori cattivi".
Per chi non credesse alle proprietà del bonesium: taa-daan, ali piegate senza perdere colore né forma!
Qui forse si vede una linea di fusione, che da metà coscia attraversa tutto l'inguine del drago.
Scena di battaglia con l'elfa promossa a stregona tzeentchiana.
Perché materiale molto particolare?
Beh, con ordine:
- costa poco, davvero poco; del tipo che il pezzo in foto l'ho pagato, spedizioni comprese, sui 15 euro;
- è molto simile a una plastica "gommosa", quindi i dettagli sono molto poco pronunciati e le linee di fusione sono strutturali e difficilmente rimuovibili senza sputtanare il pezzo;
- non ha bisogno di primer né aggrappante, e tiene benissimo il colore anche se sottoposto a urti e trattamenti men che gentili;
- il colore, però, fa presa abbastanza difficilmente, e tende a rimanere sempre un pochino appiccicoso e lucido.
Miniature, insomma, "da battaglia", da buttare nella busta assieme ai token e non certo da bacheca di esposizione.
Nel dipingere il pezzo, quindi, non mi sono fatto troppi problemi nel portare avanti un lavoro veloce: colore base (marrone scuro), pennello asciutto di rosso per evidenziare le scaglie, dettagli (spuntoni, zanne, artigli, corna...) in ocra ripassato con pennello asciutto di avorio, lavatura con color terra, ultimi dettagli, e via.
Ad ogni modo, nel dipingere il drago ho cercato di renderlo rosso-non-rosso. Non certo perché non mi piaccia questo colore, o perché non lo sappia rendere (è uno dei pochi colori che so trattare in maniera decente), ma perché aborro nel fantasy il "color coding". Come sa già chi ha visto i miei goblin di cui al link, non sopporto il razzismo strisciante di un certo fantasy in cui il colore della pelle permette da solo di stabilire se la creatura sarà buona o malvagia, da risparmiare o da uccidere senza rimorsi. Così ho preferito un drago dai riflessi rossi, anziché totalmente scarlatto. Che ci posso fare: preferisco un fantasy gretto in cui egoismo, discriminazione e affini sono, molto più realisticamente, qualcosa di neanche tanto strisciante ma piuttosto diffuso e immotivato, dove non esistono "colori buoni" e "colori cattivi".
Per chi non credesse alle proprietà del bonesium: taa-daan, ali piegate senza perdere colore né forma!
Qui forse si vede una linea di fusione, che da metà coscia attraversa tutto l'inguine del drago.
Scena di battaglia con l'elfa promossa a stregona tzeentchiana.
Il modello non lo conoscevo, ma è davvero uscito bene!
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