La poesia in questione è stata scritta diversi giorni fa, parecchi giorni fa in effetti. Prosegue coi miei tentativi di riprendere in mano l'endecasillabo canonico per uscire da quella 'autoghettizzazione metrica' in cui ero in qualche modo andato a infilarmi, ed è in linea con il mio tentativo di evitare d'ora in poi i versi e le parole inutili, tutti quegli orpelli che nulla aggiungono e, nulla aggiungendo, molto tolgono all'efficacia di una poesia.
Sospeso fra i ricordi e la vergogna
Il tempo si consuma in un abbraccio
Di memoria. Ma quale è la condanna,
E quando la quiete, e dove il sogno?
Il tema di questi quattro versi richiama da vicino gli ultimo che ho pubblicato sul blog (ma non gli ultimi che ho scritto), ovvero il rapporto conflittuale col proprio vissuto e con le memorie che sfumano fino a confondere realtà e immaginazione, mentre ancora viene difficile perdonarsi per gli errori compiuti.
Il tema di questi quattro versi richiama da vicino gli ultimo che ho pubblicato sul blog (ma non gli ultimi che ho scritto), ovvero il rapporto conflittuale col proprio vissuto e con le memorie che sfumano fino a confondere realtà e immaginazione, mentre ancora viene difficile perdonarsi per gli errori compiuti.
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