venerdì 28 luglio 2017

Due anni dopo

Sono passati, mese più o mese meno, due anni da che ho interrotto la mia ultima relazione con una ragazza. Una relazione che a lungo avevo cercato, un prendi-molla di frequentazioni da innamorato con una friendzonatrice (perché la friendzone esiste eccome, quando lei non vuole una storia d'amore ma pretende che tu usi nei suoi riguardi tutte le attenzioni dell'innamorato) non disinteressata, un abbandonarsi e poi risentirsi che alla fine era diventato davvero una storia seria, ufficiale, e dannatamente tossica.
Una storia da cui per fortuna sono riuscito a svicolarmi in tempo, ma non senza danni. Anche a colpo d'occhio, eh: tanto è stato lo stress, che a seguito di quella scelta sofferta ma chirurgicamente necessaria ho messo su, nel giro di qualche mese, dieci chili che non riesco più ad abbandonare.

Una storia che mi ha fatto male, che mi ha lasciato più fragile di prima, ma che sarebbe stata foriera di conseguenze peggiori se avessi continuato a frequentare una ragazza incapace di assumere un punto di vista diverso dal proprio, che pretendeva per sé diritti non riconosciuti al partner.

La storia si è conclusa, ma nel cassetto delle memorie sepolte rimangono diversi ricordi. E, a due anni di distanza, nel cortile della casa al mare stanno rifiorendo le calle che lei aveva regalato ai miei. Una breve memoria che rimane ancora, meritevole di un attimo e nulla più, ma una memoria eternata dai cui effetti nocivi è duro liberarsi. Un haiku sofferto, che si trascina come gli strascichi di una parola sdrucciola.

Ma durarono
Più di te, nel giardino,
Le tue calle.


I fiori si rinnovano di anno in anno, gli amori no.
E, qualche volta, è un bene.



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