Festeggiando in maniera assolutamente inadeguata il mio centesimo post nel blog (quanto è passato da allora, incredibile... quanto sono lontani alcuni dei motivi per i quali avevo iniziato a scriverci), vi posto altri due racconti freschi di giornata per l'ambientazione a cui sto lavorando.
Da essi si dovrebbe intuire qualcosa di più sul presente del mondo, e se sono riuscito nel mio intento la lettura dovrebbe suscitarvi parecchie curiosità.
Manca ancora una revisione vera e propria, che presumibilmente effettuerò assieme a una pesante limatura una volta che tutti i racconti saranno completati. Per ora, comunque, penso di aver svolto un buon terzo del lavoro.
Dal discorso di un viaggiatore
“Sì, apparentemente non c'è modo per sapere quale strada scegliere, quale percorso ti porterà verso un rifugio e quale via, al contrario, rappresenta solo una trappola tesa dal caos per ghermirti. Ho sentito tante storie di viaggiatori che si sono addentrati in quelle che sembravano foreste incontaminate solo per poi trovare la morte, o peggio, nell'abbraccio del caos.
Ma mai uno zigano, ci avete fatto caso? Gli zigani sanno sempre quale strada scegliere, conoscono il percorso giusto e lo sanno seguire senza farsi confondere da niente e nessuno. No, non è certo perché sono seguaci del caos, per favore, piantatela con queste sciocchezze. Sì, va bene, qualcuno ci sarà anche fra loro, ma posso assicurarti che gli zigani odiano il caos più di tutti noi, e il trattamento che riservano ai loro fratelli corrotti è qualcosa che non auguro a nessuno di subire. Come faccio a sapere tutte queste cose sugli zigani? Semplice, ho viaggiato con loro per un certo tempo.
Ed è stato in quegli anni che ho scoperto il segreto degli zigani. No, non sacrificano bambini alla luna piena e no, tutte le cazzate sui loro riti di sangue per tenere lontano il caos sono, appunto, cazzate. Il segreto a cui mi riferisco è il modo che usano per muoversi in sicurezza fra un rifugio e l'altro. Come, adesso vi fate tutti silenziosi? La cosa vi interessa, eh?
Bene, bene, lasciatemi parlare e forse imparerete qualcosa che potrà salvarvi la vita un giorno.
Come di certo sapete tutti, da ogni rifugio partono tutta una serie di percorsi sicuri verso gli altri, vicini e lontani; il problema è che se è facile raggiungere i rifugi vicini semplicemente muovendosi sempre dritti nella loro direzione, la cosa diventa difficile quando il rifugio che si vuole raggiungere dista decine e decine di giorni di cammino. In questi casi è facilissimo perdersi, e abbandonare il percorso per finire in una zona contaminata dal caos. Gli zigani, però, hanno un modo tutto loro di trovare e seguire i percorsi; lo chiamano “seguire la natura”, se non ricordo male.
In pratica, se ci si presta attenzione, si nota che ogni percorso sicuro è caratterizzato da qualcosa. Che cosa? Beh, è difficile dirlo, dipende: magari a volte segue il corso di un ruscello, magari invece c'è tutta una fila di piante dello stesso tipo, o magari dei favi di api -sì, api- sugli alberi. Non è mai chiaro cosa definisce un percorso, ma gli zigani hanno una dote naturale nell'individuare questo aspetto della via, e in questo modo sono in grado di seguirla senza mai perdersi.
Non è facile riuscirsi per un non zigano, nossignore, però vale la pena di imparare come si fa. È “seguendo la natura” che sono arrivato qui, e vi dico solo che il mio viaggio è durato ventisette giorni. Eh, che ci volete fare, si invecchia e le gambe non si muovono più veloci come una volta. Ma sapete cosa vi dico? Meglio essere un vecchio saggio che un ragazzotto avventato, quando sei fuori dai rifugi: ne ho visto troppi perdersi e morire in maniera orribile. Il mondo è crudele, non dimenticatelo mai.”
Riflessioni di una guardiana
“Da cento cicli, ormai, gli dei tacciono. La loro voce si è spenta, il loro respiro affievolito fino a perdersi nel sussurro crescente del caos. Ma noi resistiamo.
Custodi, questo è il nostro nome; guardiane, questo è il nostro compito, il nostro dovere, lo scopo della nostra vita; vigilare sul mondo, guidarne la vita secondo i disegni celesti. Ma le stelle tacciono ormai, e quello che un tempo fu il servo, docile argilla nelle nostre mani, ha assunto la forma di un orribile mostro che tutto devasta e divora. Il fiume in piena ha rotto gli argini e invaso le terre emerse, trasformando la pianura ricolma di vita in un fetido acquitrino paludoso dove strisciano le larve di immonde bestie alate. Ma noi resistiamo.
Anche se il mondo è in rovina, anche se la natura nostra madre è ormai assediata e vinta dalle spire soffocanti del caos, anche se i nostri signori immortali tacciono, noi restiamo e resteremo sempre le guardiane del mondo. Lo dobbiamo alla memoria di chi ci ha dato la vita; lo dobbiamo alle bellezze di una natura moribonda, del cui splendore radioso godevamo nella nostra giovinezza; e lo dobbiamo agli uomini, agli sparuti gruppi di mortali che, nella disperazione, devono unicamente a noi la loro stremata sopravvivenza.
Senza di noi sarebbero perduti. I nostri antichi altari permangono, reticolo di pace in un mondo affogato dalla sua stessa linfa; li chiamano “rifugi”, e pensano di essere loro stessi a pagare con sangue e sacrifici il prezzo della propria difesa. Non conoscono la verità, poiché da tanto tempo ormai hanno voluto dimenticare. Avessero voluto gli immortali che mai l'uomo dimenticasse le sue origini, avessero voluto gli immortali che mai l'uomo seguisse le vie di potenza indicate dagli dei, avessero voluto gli immortali che mai l'uomo pensasse di sostituirsi alla natura nel portare a termine il disegno divino. Ma l'uomo ha dimenticato, e solo pochi fedeli sono rimasti negli anni passati; derisi e disprezzati, libavano con acqua di fonte sugli altari di pietra, danzavano agli equinozi e levavano canti notturni sotto la luce della luna piena.
Pure, il nostro aiuto va a tutti gli uomini, e difendiamo questi rari paradisi di pace per chi ci riverisce come per chi, ormai, ha perfino scordato le leggende nate dal nostro ricordo.
Noi resistiamo, e resteremo le guardiane della natura. Fino a che il sole risplenderà su questa terra sciagurata, le custodi rimarranno fedeli al proprio compito. Molte sorelle sono cadute nel corso degli anni, morte o corrotte dall'inarrestabile stretta del caos; non ha importanza: esse non sono più guardiane, ormai, ma solo pallide ombre, sussurri di follia nel coro di voci devastate.
Noi resistiamo, e resisteremo anche per le sorelle cadute, fino a che i nostri corpi avranno una flebile brezza di vita.”
Principalmente giochi di ruolo, ma anche modellismo. Riflessioni e poesie, quando sono in vena. Quel che di volta in volta mi sento di condividere, insomma.
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Bello, bello, bello, bello.
RispondiEliminaCavolo!! Voglio giocare!!
-Mela-
Dopo la campagna in corso si passa a questa, abbi un po' di pazienza e basta. ^^
RispondiElimina