Dopo il modo (a pisciate e sassate?) in cui alcuni hanno "accolto" la mia ultima creazione, devo ammettere di aver pensato a lungo di appendere i pennelli a un chiodo, vendere baracca e burattini (pardon, pupazzetti) e mollare l'hobby.
Una reazione indubbiamente eccessiva, ma nei periodi di fragilità capita anche questo. Nella fase più brutta, e senza essere stato tirato in ballo in nessun modo, un bravissimo modellista italiano, Matteo Donzelli (in arte Durgin), mi ha contattato privatamente per darmi il suo sostegno morale e invitarmi ad andare avanti: non serve essere i migliori per darsi all'hobby, se quello è veramente un hobby.
E ha ragione da vendere, in effetti: se chi dipinge e scolpisce male deve essere schernito, se ne deduce che chi gioca a calcetto è solo un fallito che non è entrato nella nazionale; chi pesca qualcosa di più piccolo di uno capodoglio un incapace che non dovrebbe avvicinarsi al mare; chi ride degli altri senza saper scrivere una satira in ottave un fallito che dovrebbe amputarsi le mani e cucirsi la bocca.
Per fortuna, non va così.
A ciascuno le sue mediocrità che gli piacciono. Questa, il modellismo, è una mia mediocrità che mi piace praticare a modo mio.
Una reazione indubbiamente eccessiva, ma nei periodi di fragilità capita anche questo. Nella fase più brutta, e senza essere stato tirato in ballo in nessun modo, un bravissimo modellista italiano, Matteo Donzelli (in arte Durgin), mi ha contattato privatamente per darmi il suo sostegno morale e invitarmi ad andare avanti: non serve essere i migliori per darsi all'hobby, se quello è veramente un hobby.
E ha ragione da vendere, in effetti: se chi dipinge e scolpisce male deve essere schernito, se ne deduce che chi gioca a calcetto è solo un fallito che non è entrato nella nazionale; chi pesca qualcosa di più piccolo di uno capodoglio un incapace che non dovrebbe avvicinarsi al mare; chi ride degli altri senza saper scrivere una satira in ottave un fallito che dovrebbe amputarsi le mani e cucirsi la bocca.
Per fortuna, non va così.
A ciascuno le sue mediocrità che gli piacciono. Questa, il modellismo, è una mia mediocrità che mi piace praticare a modo mio.
Iniziato più di un anno fa (ricordo benissimo che l'avevo primerato prima di partire per NYC a giugno dell'anno scorso), il principe demone di Khorne modificato a partire da una statua di Khaine è finalmente terminato. Pittura mia, quindi non eccellente, ma discretamente passabile. Sono contento del modo in cui il pezzo è disarmonico, concentrando brutalità e grazia in un'unica miniatura.
La basetta, leggermente allargata rispetto alla prima versione, è un riciclo di teste e affini, unta di sangue, con costole ricavate da materiale organico (unghie).
La testa; una parte mica semplice, ché si trattava di trasformare qualcosa di elfico in una testa tipicamente khornita. Penso di esserci riuscito. Il semplice teschio sul petto dell'armatura fa molto per demonizzarla.
L'arma "regolare", una spada infuocata con lame blu. Sì, il verde avrebbe fatto più contrasto rispetto al rosso, ma ho preferito puntare su un colore che mediamente mi piace di più.
La seconda arma, interamente autocostruita a partire da pezzi vari, è decisamente più brutale. Nel background di Warhammer dopotutto abbiamo casi di principi demone "convertiti" e corrotti dalle loro armi impugnate, no? Direi che questo è uno di loro.
In primo luogo, ho allargato la basetta creando una vera e propria scena di sacrificio con la vittima. Le foto purtroppo sono quel che sono perché, sul pezzo montato, era difficile riprendere i due soggetti separatamente dal demone.
L'officiante del mini-diorama tiene in mano la testa di una demonetta, e stringe in pugno il coltello con cui sacrificare la vittima al(la) demone(ssa).
Probabilmente, però, è lui stesso la vittima designata, a giudicare dai tentacoli che si protendono alle sue spalle.
Dopotutto, solo un folle evocherebbe un demone, no?
Sulla custode, i lavori sono stati diversi: a parte riprendere in mano il colore in almeno due punti, ho aggiunto e/o scolpito una serie di gioielli e ninnoli. In particolare, questo pendente sul collo "riempie" il vuoto che c'era lì. L'horror vacui è una costante dell'estetica di Warhammer.
Uno spallaccio e sei catenelle, variamente montate e dipinte, rendono più vividi braccia e capigliatura.
Inoltre, siccome diverse persone mi avevano fatto notare che il vestito/terreno non era comprensibile, ci ho lavorato ulteriormente sopra: molta più rozza irregolarità, molte fenditure del terreno anche attorno al demone, tentacoli che ne scaturiscono tutt'attorno. Se non altro ora che si tratti di un'evocazione è qualcosa di più comprensibile.
Ah, sì, dimenticavo: come potete vedere, un bit elfico ha provveduto a rendere meno "vuota" anche la zona-deretano.
E così, con questi due, ho la bellezza di tredici "demoni ciccioni", dei quali tre vintage e dieci in qualche misura autocostruiti/modificati/montati su qualche diorama.
Perché per me è questo il modellismo: far emergere la propria creatività. Alcuni sapranno farlo meglio, altri (me) peggio, ma il mondo non ha bisogno di manieristi e petrarchisti vari.
Guest star in tutto questo, due flaconi che dato il mio imbrano e la gustosità del mio sangue ricco di ferro e proteine mi sono stati più volte d'aiuto nel corso della carriera modellistica.
E, con questo principe demone, ho finito per la prima volta da, uh, dal 2011 tutti i pezzi della mia armata che erano rimasti a metà. Rimangono solo miniature sparse e varie, pezzi singoli, ed eventuali nuovi acquisti.
Ah, già, e rimane lui. Un pezzo di prova, più che altro, costruito per prendere confidenza col roll maker, ma ha il suo perché. Lo dipingerò a tempo perso insieme ad altre miniature, penso.
Mi piace come sta prendendo forma l'esercito.
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