sabato 21 maggio 2011

Ombre antiche sul presente: arti magiche - parte 2

Con un tremendo ritardo dovuto a più ragioni, ecco qui la seconda parte del capitolo di Ombre antiche sul presente dedicato alla magia. Spero di essere più rapido coi prossimi aggiornamenti.


La forza dei devoti, la magia divina.
Anche in passato, quando l'adorazione di dei non ancora morti o dimenticatisi del mondo era forte fra gli uomini, la magia divina era piuttosto rara. Appannaggio di pochi sacerdoti devoti, rappresentava un canale diretto con la potenza e la maestà ultraterrene del quale talvolta gli stessi ministri dei vari culti non erano in grado di usufruire.
Col passare degli anni, l'adorazione delle divinità vere e proprie scomparve, per essere sostituita da quella dei loro ben più presenti araldi e messaggeri. Gli dei erano qualcosa di lontano e distante, come una stella appena visibile a occhio nudo, mentre invece tali servitori erano presenti e fin troppo inclini a palesarsi. Pertanto, alcuni umani iniziarono ad adorarli e riverirli come se fossero essi stessi delle divinità; molti guardiani, specialmente coloro che vigilavano sulla dimensione immateriale e che per tale ragione godevano di maggiori poteri e di minori legami col mondo, arrivarono a incoraggiare apertamente tale idolatria.
Fu in quel periodo, quando l'adorazione degli antichi dei e dei loro servitori rimasti fedeli al proprio mandato era ormai solo l'eccentrica fede di pochi individui perseguitati, che la magia divina divenne tanto rara da essere dimenticata dai più. Per tutelare la propria persona, i pochi devoti si organizzarono in piccoli gruppi, molto coesi, che riuscirono a resistere sorprendentemente bene alle devastazioni portate dal caos.
Il primo di questi gruppi era costituito dagli zigani. Essi erano stati gli ultimi seguaci della fede nelle forze del mondo naturale e nelle sue “guardiane”, le ninfe delle antiche leggende, esseri semidivini incarnati in forma di donne allo scopo di tutelare l'equilibrio naturale incanalando le forze immateriali verso fini benevoli. Costretti a un'esistenza di girovaghi onde sfuggire alle persecuzioni e al disprezzo dei nuovi fedeli, gli zigani svilupparono una cultura fortemente autonoma capace di uscire praticamente indenne dalle devastazioni portate dal caos. Ancora oggi, le carovane con cui si spostano da un rifugio all'altro vengono guidate dai sacerdoti, e ogni membro della comunità è formalmente iniziato all'antico culto.
Lo stesso continuo peregrinare fra i rifugi è per gli zigani una forma di atto devozionale: Daiva a parte, i baluardi degli uomini non sono altro che antichi templi e santuari delle forze naturali, custoditi dalle guardiane superstiti, le quali proteggono l'area circostante dalle infiltrazioni del caos. I percorsi sicuri fra i diversi rifugi non sono altro che le “linee di forza” entro i cui nodi sono collocati gli altari della natura, ed è proprio seguendo tali linee che gli zigani si spostano in sicurezza nelle terre devastate. Di tutto questo, gli altri uomini sanno ben poco, e molti di essi conservano ancora la memoria atavica del disprezzo nei confronti degli “eretici” zigani, sebbene abbiano da tempo abbandonato la propria fede.
Il secondo culto religioso superstite è quello dei cosiddetti “Illuminati”. Mentre la maggior parte degli uomini rivolgeva la propria fede verso le ninfe e gli altri ben più superbi servitori degli dei, costoro riverivano le antichissime divinità dalla cui volontà avevano avuto origine universo materiale e dimensione immateriale. Nascosti agli occhi di un mondo che li vedeva come idolatri, questi devoti finirono per organizzarsi in vere e proprie società segrete all'interno delle quali i riti altamente spirituali e simbolici dell'antica devozione andavano di pari passo con l'adesione a un progetto comune e il mutuo soccorso fra confratelli.
Anche Daiva, come molte delle maggiori città, ospitava una simile cerchia di Illuminati, che uscirono indenni dalle devastazioni del caos come la maggior parte dei propri concittadini. I più brillanti fra loro padroneggiarono ben presto l'arte della nuova magia, diventando ben presto dei grandi guerrieri-stregoni. Ancora oggi, una frangia segreta dei possenti difensori di Daiva è in realtà composta esclusivamente dagli Illuminati, e unisce alle meraviglie della stregoneria le benedizioni concesse dagli dei. Potenti ma numericamente esigui, gli Illuminati rappresentano uno dei gruppi più influenti all'interno della città.
Ma la fede religiosa più influente di tutte, quella che conta il maggior numero di seguaci e i fedeli più spregiudicati, è tutt'altro che antica: poiché si tratta della blasfema fede nelle forze divinizzate del caos, nata due secoli or sono fra i mutati e diffusasi rapidamente fra i guerrieri-stregoni traditori. È ignoto se, nell'infinita molteplicità della dimensione immateriale, si siano davvero formate delle entità definibili come “dei”, ma di certo qualcuno o qualcosa risponde alle invocazioni, ai doni e alle promesse dei folli che si prostrano in adorazione del caos offrendo loro in dono poteri esoterici ben al di là della semplice magia comune.
Potrebbe darsi che, travolti dal caos, alcuni degli antichi custodii siano divenuti tutt'uno con esso, e che le voci sentite da quanti sostengono di comunicare coi fantomatici “dei del caos” siano i loro sussurri corrosi dalla follia, ma nessuno fino ad ora può dire di conoscere la risposta a tale interrogativo, neppure i più scaltri fra i guerrieri-stregoni. Quale che sia la verità, gli adoratori del caos sono l'élite di tutte le tribù di mutati, e in alcune bande di traditori esclusivamente questi pericolosi fedeli hanno diritto a occupare un posto nella catena di comando.
Dal punto di vista delle regole, in Ombre antiche sul presente la magia divina funziona esattamente come indicato nel manuale base di RuneQuest II; meno chiaro è invece se i suoi effetti derivino da vere e proprie divinità o dal legame naturale degli uomini con le forze immateriali raffinato in maniera particolare mediante fede e devozione. Ulteriori dettagli sulle liste di incantesimi specifici per ciascuno dei tre culti sopra indicati verranno fornite in seguito, assieme alle statistiche vere e proprie di tali potenti organizzazioni.

La stregoneria, potente arte di Daiva.
Vuole la tradizione che sia stato un solo uomo, il mitico saggio conosciuto come Empharos, a scoprire l'arte mistica della stregoneria e tutti i suoi innumerevoli incantesimi. Egli sarebbe vissuto qualche generazione prima dell'avvento del caos, e secondo alcuni la sua esistenza si sarebbe estesa su un arco temporale di molto superiore alla media, tanto che fra i cittadini di Daiva c'è chi lo ritiene ancora in vita e intento a difendere discretamente la sua patria. Tuttavia, fuor di leggenda, di Empharos non si sa neppure se sia esistito davvero, né se sia stato davvero il primo stregone o, più semplicemente, un formidabile ricercatore che sul suo grimorio trascrisse ogni singolo incantesimo fino ad allora noto.
Nonostante i forti dubbi esistenti sulla sua figura, comunque, ancora oggi tutti i guerrieri-stregoni di Daiva, traditori o lealisti che siano, considerano Empharos il proprio capostipite spirituale, e definiscono “grimorio di Empharos” la sconfinata collezione di incantesimi al cui studio si dedicano. Un tempo, questa raccolta di formule e rituali era accessibile a tutti i cittadini di Daiva, ma col passare degli anni i guerrieri-stregoni ne monopolizzarono lo studio, facendo sì che solo chi desiderava unirsi alle loro fila potesse apprendere la nuova arte magica. In seguito, dopo la guerra intestina fra le loro diverse fazioni, i comandanti di quanti fra i difensori della città erano rimasti fedeli al proprio mandato ridussero ulteriormente il numero di individui ai quali veniva permesso di accedere alla totalità degli insegnamenti di Empharos: ognuna delle diverse gilde in cui i guerrieri-stregoni si divisero istituì le figure dei “Custodi del Grimorio”, mistici scelti per la loro incorruttibilità e conoscenza arcana, i soli ai quali fosse concesso di conoscere l'intero contenuto del grimorio di Empharos.
Ancora oggi, sono i Custodi del Grimorio a vigilare sulle formule di stregoneria concesse ai loro commilitoni, facendo sì che nessun confratello guerriero ottenga un potere eccessivo per il suo grado di comprensione e per la fedeltà dimostrata alla causa. In questo modo, i guerrieri-stregoni sono riusciti a evitare che le rare diserzioni assumessero le proporzioni del primo tradimento, quando intere squadre di combattenti agli ordini di potentissimi maghi si rivoltarono contro i propri compagni. In ogni caso, i capi dei traditori conservano ancora una conoscenza quasi completa del grimorio di Empharos, e alcuni sostengono anzi di avervi aggiunto alcuni incantesimi personali, ispirati dal caos e ancora ignoti ai difensori di Daiva. Quale che sia la verità, neppure fra i guerrieri-stregoni traditori l'accesso alla stregoneria è rimasto libero, e anzi i comandanti delle bande traditrici stanno bene attenti a vigilare affinché nessun potenziale rivale ottenga un potere pari al loro: chi ha tradito una prima volta potrebbe farlo una seconda, dopotutto.
Dal punto di vista delle regole, i praticanti della stregoneria sono avvantaggiati rispetto a quanto avviene normalmente in RuneQuest II, in quanto in Ombre antiche sul presente tutti gli incantesimi ricadono nella singola abilità Grimorio (grimorio di Empharos); tuttavia, un PG potrà avere accesso nel corso di tutta la sua carriera a pochi incantesimi, concessi dai Custodi del Grimorio solo dopo che questi avrà provato la sua fedeltà nei confronti di Daiva (o del caos, nel caso in cui si trattasse di un guerriero-stregone traditore).
A Daiva girano talvolta delle voci su alcuni grimori minori, compilati negli anni in cui gli insegnamenti di Empharos erano ancora di pubblico dominio, nei quali sarebbero trascritti un discreto numero di incantesimi; tali raccolte di formule sarebbero in certi casi state portate al di fuori di Daiva, e le cupe leggende sorte in alcuni rifugi farebbero pensare che alcuni maghi siano giunti in altre comunità dove sono liberi di praticare le proprie arti senza temere la reazione dei guerrieri-stregoni. Gli “eredi” di Empharos, infatti, non vedono di buon occhio l'esistenza di altri stregoni non sottoposti al loro controllo, e dimostrano poca pietà nei confronti dei possibili rivali. In ogni caso, la persistenza delle voci a riguardo sembrerebbe indicare che nonostante tutto il loro impegno i guerrieri-stregoni non siano ancora riusciti a distruggere ogni singolo grimorio clandestino, ed è dunque possibile che esistano, perfino nella stessa Daiva, dei maghi che operano di nascosto e servendosi di poteri talvolta superiori a quelli dei loro stessi avversari proprio in virtù dell'alto numero di incantesimi ai quali possono avere accesso.

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