Continuano i miei esercizi col "distico esametrico".
Il componimento questa volta è piuttosto breve, e rientra nella categoria delle poesie scritte quando l'unico supporto disponibile è il cellulare.
Tematicamente, è un po' la resa in parole di una riflessione continua sull'opposizione fra speranza e realismo.
Frenati, mente che sogni di vane
Speranze inattese,
Quasi sperando sia lecito avere
Dei doni dal mondo,
Falso latore di facili imprese
Di fumo e menzogna:
Tutto ci costa fatica, e sudore
Di lunghe giornate
Spese a cercare qualcosa di lieto,
Di vivere lieti
Come sogniamo da quando giungemmo
Alla vita nel mondo.
Nulla, capisco, verrà a me da solo;
Eppure ci spero.
Tale è dell'uomo matrigna natura:
Viviamo di sogni.
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